VLAHOVIC - «Eccezionale. Mi ha stupito il carattere: se non ne hai uno molto forte non fai 19 gol a Firenze, sapendo che poi saresti andato alla Juventus. Gli dico solo di non arrabbiarsi così platealmente quando sbaglia e di giocare di più per la squadra, visto che rispetto alla Fiorentina, la Juventus ha attaccanti con cui poter collaborare di più. Ma ha tempo per migliorare, in fondo ha giocato solo tre partite e ha un maestro come Allegri che lo valorizzerà di sicuro».
DYBALA - «Diciamo che non sarei arrivato a questo punto, perché uno come Dybala non si porta a scadenza. Dopodiché credo che la Juve abbia la situazione sotto controllo e non credo in un divorzio: Dybala è troppo innamorato di quella maglia. Deve prendere in mano la squadra. È abbastanza maturo per farlo: quando gira fa la differenza, ma è ancora un po’ discontinuo».
DERBY E BOTTE - «Ma no! Sì, vabbè, erano derby, quindi partite dure, giocate con grinta e ferocia, ma non ci siamo mai picchiati. C’era troppo rispetto fra di noi e ci conoscevamo bene. In fondo eravamo la Nazionale. Bearzot pescava nove undicesimi della squadra a Torino».
A CENA INSIEME - «Sì, ma senza esagerare. Noi avevamo il nostro ristorante, il Due Mondi, loro andavano da Urbani. Che poi erano a due passi l’uno dall’altro, ma erano il nostro e il loro territorio. Ne parlavo qualche settimana fa a cena con Claudio Sala».