Il presidente Cellino, oggi al Brescia, parla del suo operato nel 2006 in Lega Calcio. 

BRUCIATO TUTTO - "I faldoni sulle società? Cercavo di tenere la baracca in campo, ero tra i più giovani a governare la Lega, a pulire le schifezze dentro. Non sapevo da dove cominciare. In Lega eravamo 6-7 presidenti pronti a organizzare il campionato. Chi si scaricava l'irpef e il trasporto, i dossier, alla fine abbiamo bruciato tutto. Quando vennero a cercare il faldone, non c'era un cazzo!".

BERLUSCONI - "Mi disse di dovermi candidare a tutti i costi, per combattere i comunisti. Tutte cagate". Cellino rifiuterà la candidatura: "Un presidente non deve avere potere politico, poi perdevo partite in maniera vergognosa. Vado da Berlusconi e ci sono Pisano e Silvio, continua a dirmi di candidarmi. Allora lo faccio, però primo: 'Gli arbitri mi stanno massacrando'. Berlusconi chiama Pisano e dice che gli arbitri devono essere giusti con il Cagliari. Pisano dice: 'Allora chiamo Moggi'". Perdetti una partita con il Milan per un errore arbitrale, andai a salutare l'arbitro a San Siro, e disse: 'Diglielo a Luciano, eh!'. La vittoria del Milan portava la Juve al primo posto. L'arbitro era molto preoccupato".