Sono i grandi campioni a rendere grandi le squadre oppure senza una squadra che li supporti anche i fenomeni latitano e non si rivelano determinanti?

Sono vere tutt’e due le cose, ma il calcio è, appunto, prima di tutto uno sport di squadra. Messi, nell’ultimo Barcellona, non è bastato. Ronaldo ha fatto grande la Juve? Se vincere due scudetti di seguito significa lasciare un segno indelebile, allora sì: CR7 è stato fondamentale. Peccato che fosse stato preso per conquistare la “Coppa dalle grandi orecchie” (copyright Pavel Nedved). In questo caso potremmo rispondere no: non è stato fondamentale. Anzi.

Chi difende Ronaldo dicendo che certamente non era lui il problema della Juventus dovrebbe essere più preciso ovvero ricordare, invece, che era il problema di quella Juventus. Per farla breve: un lusso che la squadra non si poteva permettere e forse nemmeno così necessario se i campionati vinti di seguito, senza lui, furono sette. Conta relativamente stabilire chi abbia fatto l’eventuale errore del suo acquisto, ma pensare che un campione stratosferico faccia fare il grande salto di qualità a una buona (non ottima) squadra è un errore oppure una scommessa persa.

'Ma quale problema, Ronaldo è come Michael Jordan'
Vedremo cosa significherà, per lo United, il ritorno dell’astro portoghese, ora sugli scudi per i due goal rifilati all’Atalanta (comunque un pareggio, ma utile anche ricordare la fresca cinquina subita dal Manchester ad opera del Liverpool). Per la Juventus, il suo acquisto il 10 luglio 2018, oltre ai due scudetti ha determinato una lievitazione del costo del personale tesserato fino a 301,3 milioni mentre l’anno prima era di 233,3 milioni. E’ vero che il suo impatto ha prodotto 46,29 milioni di euro di nuovi incassi, ma i costi del suo arrivo rappresentano il doppio degli introiti a lui scrivibili.

Nel complesso anche la performance azionaria del titolo Juventus non s’è giovata dell’ingaggio di un indiscusso campione. Negli ultimi tre anni il titolo ha perso il 32%, mentre il settore ha “performato” il 63%; per altro lo stesso mercato italiano, nel periodo, è salito del 30%.

Da aggiungere, che - come ha detto Chiellini - tempi e modi del suo addio alla Juventus non hanno giovato ai bianconeri: poteva farlo prima, non negli ultimissimi giorni di mercato, che hanno costretto la squadra a riparazioni frettolose. Basta tutto questo ad alimentare un grande rimpianto?