IL MEGLIO - "Penso ad Audero, in un ruolo difficile come quello del portiere. Poi, a parte i vari Caldara, Spinazzola, Mandragora, c’è chi sta tornando alla ribalta dopo un calvario fisico: come Margiotta, il simbolo del nostro progetto. E’ un attaccante che ha collezionato varie esperienze in Lega Pro e ora si è stabilito a Losanna dove si è completamente ricostruito un’immagine, un valore, tanto che a suon di gol è seguito da club di primissima fascia che partecipano pure alle Coppe europee: Young Boys e Basilea in Svizzera, ma è monitorato anche in Germania e Francia".
SECONDE SQUADRE - "Ci sono ragazzi che trovano la consacrazione in breve tempo come Audero, invece Spinazzola è uno di quelli che hanno fatto un percorso più lungo e difficile. Bisogna avere pazienza di accompagnarli e aspettarli: è questo il valore aggiunto. Altre volte rischi di perdere dei ragazzi, ecco perché noi invochiamo le seconde squadre. Si dimezzerebbe il numero dei prestiti e la maturazione dei ragazzi avverrebbe al nostro interno. Altri vantaggi? Si creerebbe una squadra competitiva con il valore aggiunto di fare un percorso veramente completo: se il Kean di turno fosse rimasto alla Juventus, avrebbe potuto allenarsi con la prima squadra, essere eventualmente a disposizione di Allegri, altrimenti giocare con la seconda squadra in B o in C. E addirittura nella Youth League sarebbe potuto scendere in Primavera. A quell’età è importante sfruttare il massimo dell’allenamento, non perdere mai una settimana di lavoro e ogni weekend giocare una partita competitiva. Ora Kean sta seguendo il suo percorso alla grande col Verona, ma se penso a tanti altri ragazzi...".
LEGAMI ALL'ESTERO - "Lo Zulte Waregem in Belgio, il Den Bosch in Olanda, il Losanna in Svizzera, addirittura abbiamo un contatto diretto con la signora Swarovski proprietaria del Wattens, club di serie B austriaca".
L'IDEA - "Sei anni fa è stata istituita una divisione su volontà di Marotta e Paratici. Avevamo 46 giocatori di proprietà e nacque l’idea di creare una figura apposita che li seguisse a livello tecnico e personale: un ds dei prestiti. La cosa funzionò, poi casualmente Vryzas, allora presidente del Paok Salonicco, mi invitò in Grecia e dal confronto capimmo che l’estero poteva essere un’opportunità enorme, visto che le percentuali di utilizzo dei ragazzi in B e C erano basse. Con Marotta e Paratici pensammo idealmente alla possibilità di “piantare bandierine” nei 15 Paesi europei più interessanti e tra noi demmo al progetto il nome di Club 15, puntando a valorizzare nel tempo il rapporto con alcuni club. Non conta solo avere un calciatore in prestito, ma far parte di una galassia. Creando questa rete e consolidando i rapporti in un network di club dal livello più basso del nostro c’è la possibilità di avere informazioni, assistenza e supporto su un ambito completamente diverso dallo scouting. Col Den Bosch si è creata una vera e propria sinergia".
L'ANEDDOTO - "Diagne lo acquistammo dal Bra, in Serie D. In tre-quattro anni ha fatto il giro del mondo (Francia, Arabia Saudita, Ungheria, Cina) e nel frattempo è passato da un rimborso spese da dilettante a un ingaggio milionario".
IL SETTORE GIOVANILI - "Se ci sono giocatori da Juve? Sì, ma il salto in una società come la Juventus è molto complicato, pensiamo che ci sono campioni che restano fuori. Intanto se mettiamo in un campetto i giocatori della Primavera degli ultimi tre anni, unitamente ai calciatori di prospettiva e a quelli cresciuti qui alla Juve, abbiamo un valore importante. L’obiettivo diventa quello di generare introiti per la società in un circolo virtuoso: chi lavora nel settore giovanile alla Juventus ha a disposizione strutture e risorse al top".
SCOUTING - "E’ un’area che fa capo a Paratici, che la segue con grande attenzione e tiene con noi riunioni settimanali. C’è un responsabile per l’Italia, Mattia Notari, e uno per l’estero, Matteo Tognozzi, che fanno capo al supervisore Pablo Longoria. In Italia abbiamo circa 20 osservatori, più tre figure specifiche all’estero. Per i ragazzi fino ai 14 anni, che possono essere presi solo nella regione del club, ci basiamo sulle Academy sul territorio. Dai 14 anni in sù si possono tesserare ogni anno 10 ragazzi dalle altre regioni: li seguiamo nei club attraverso i nostri osservatori, che immettono le loro relazioni in un sistema informatico. Tutte sono lette dalla segreteria scouting, filtrate attraverso gradi di giudizio, catalogate e segnalate ai responsabili. E Paratici le legge tutte. Poi mandiamo molta gente in giro, perché ci piace la sensazione dal vivo: l’osservatore, al di là della relazione informatica, deve telefonare ai responsabili e dire, “guardate che ho visto un ragazzo che mi ha colpito”".