La Juventus U23 stasera si gioca il primo trofeo della sua storia: la finale di Coppa Italia di Lega Pro, in scena alle 20.45 a Cesena, contro la Ternana. A presentare la sfida ci ha pensato Federico Cherubini, Head of Football Teams & Football Areas dei bianconeri, in sostanza il braccio destro di Fabio Paratici, alla Gazzetta dello Sport: "Se penso al 2018, vedo un percorso iniziato con fermezza dal presidente. Vincere un trofeo è prestigioso ma per noi è importante quello che facciamo come costruzione e valorizzazione dei giocatori".

NICOLUSSI CAVIGLIA - «È un simbolo. È partito in Primavera, ha velocizzato il percorso in seconda squadra, ha esordito in Serie A ed è andato in prestito».

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SODDISFATTI? - «Una statistica dice che meno del 2% dei giocatori della Primavera riescono a garantirsi presenze in A subito dopo le giovanili. Noi avevamo un sistema di prestiti, che però era tortuoso: Spinazzola ha fatto sei stagioni in prestito con sette squadre diverse. Con l’U23 invece abbiamo potuto tenere 25-30 giocatori in casa».

DIFFICOLTA' - «Una su tutte, creare una identità alla squadra. Giochiamo le partite in casa ad Alessandria, siamo praticamente sempre fuori casa. E durante le nostre trasferte ci sono manifestazioni contro le seconde squadre…».

ERRORI - «Il nostro gruppo di lavoro, con Filippo Fusco responsabile, ha lavorato tanto. Abbiamo capito l’importanza degli Over, che devono diventare un punto di riferimento. Tra le cose da migliorare, i passaggi di calciatori tra categorie, dalla Primavera alla A. Qualche errore è stato fatto».

BILANCIO - «Il nostro obiettivo delle giovanili era creare giocatori che potessero arrivare in A. Sappiamo che è difficile formarli per la nostra prima squadra, quindi li stiamo formando per il mercato. Il guadagno che arriva dalle cessioni di calciatori formati oppure acquistati e fatti crescere fa parte di un progetto di valorizzazione del patrimonio». 

PROSSIMI PASSI - «L’idea è realizzare un impianto per Women e U23. Nel frattempo investiamo su Vinovo. Sui giocatori, molto dipenderà dalla categoria: siamo ai playoff, adesso vogliamo giocarci la B». 

UNICI - «All’inizio c’erano 7-8 club molto interessati, anche ora la possibilità per altri club esiste e noi speriamo che qualcuno ci segua. Ma, se così non fosse, continueremmo da soli».