L'ULTIMA - "Quando ho saputo di Italia-Argentina a Wembley ho pensato che fosse un regalo del destino. Un’ultima opportunità, la passerella finale contro Messi, che è uno dei più forti della storia del calcio. Sono pronto a godermi questa partita e dopo Juve-Inter è il mio unico pensiero, perché voglio farla ad alto livello. Wembley è un posto simbolico, s’affrontano i campioni d’Europa contro quelli del Sudamerica. Senza questa occasione avrei lasciato in Turchia, nella tristezza di Konya, perché la Nations League appartiene al nuovo ciclo".
LA FINALE DI WEMBLEY - "Ricordo che all’intervallo, anche se eravamo sotto di un gol, dissi ai miei compagni di stare tranquilli, di giocare e di tenere palla. Ero sicuro che se non ci fossimo esposti al loro contropiede l’avremmo ripresa. Noi eravamo sereni e sentivamo la loro paura".
L'ULTIMO CHIELLO - "Quest’anno ho giocato le gare che avevo messo in conto, una ventina circa, e sono felice di averle fatte al livello che desideravo. Non mi sentivo così bene da prima dell’infortunio, però penso che sia il momento giusto, perché il crollo arriva in un attimo e sia la Juve sia la Nazionale hanno bisogno che qualcuno riempia il vuoto lasciato da me: servirà a far fare il salto di qualità ai giocatori più giovani".
SU MANCINI - "E’ l’uomo giusto per portare avanti questo progetto, valorizzando ancora di più i ragazzi, che ci sono già ma adesso aumenteranno. La crescita è fisiologica e loro hanno bisogno di tempo: penso a Locatelli, che se avessimo fatto l’Europeo nel 2020 non avrebbe mai giocato, invece è stato importante. Prendete Tonali: da un anno all’altro è diventato un altro giocatore. Io avevo visto qualcosa dentro di lui fin dalla prima volta che venne convocato in Nazionale, sono contento che sia venuto fuori".
BONUCCI - "Leo vive ora quello che ho passato io con Gigi: la gioia di raggiungere il traguardo sognato ma anche la consapevolezza che gli mancherà un sostegno. Io, Buffon, Bonucci e Barzagli siamo tutti diversissimi, ma il pregio di ognuno è stato amare i difetti degli altri, accettarli e mascherarli. Siamo stati bravi a completarci, ognuno di noi ha beneficiato della presenza altrui in campo e fuori. Senza gli altri accanto siamo stati meno forti".
IL COMPAGNO - "Io sono sempre stato innamorato di Cassano. E’ un talento pazzesco, gli sono mancate la costanza e la pazienza: purtroppo sono doti che non gli appartengono. Mi sono sempre trovato bene con lui, pur in mezzo a tutte le sue esuberanze".
COSA MANCHERA' - "La quotidianità dello spogliatoio. Io sto benissimo in mezzo ai giovani, anche se a mia moglie pare impossibile che io possa essere in sintonia con persone che hanno 15-20 anni meno di me. Mi hanno trasmesso un’energia pazzesca e tanta spensieratezza. Chi è riuscito a farsi contagiare dalla leggerezza dei giovani ha vissuto meglio il post carriera".