Così Chiellini a Gazzetta: "I grandi allenatori? Ho preso qualcosa da ognuno di loro. Marcello mi fece esordire in azzurro, aveva qualità che rivedo ora in Ancelotti e Allegri, due tecnici che hanno scritto pagine importanti di storia. Aveva una lettura della partita che non s’insegna. Donadoni è stato sottovalutato e facilmente dimenticato: ha pagato il carattere introverso. Prandelli mi ha insegnato i tempi del calcio, abbiamo fatto un biennio di alto livello prima dell’Europeo, Mancini mi ha sorpreso: da avversario era tosto, lo vedevo scontroso e poco empatico. Invece mi ha colpito la sua umanità e l’abilità nel trasferire fiducia e sicurezza. Avevamo appena mancato il Mondiale e lui ci disse subito che dovevamo puntare a vincere l’Europeo".