SALUTO ALLA CHAT - "Non posso vederla, la chat. Ma saluto tutti. Mi fa piacere essere qui questo pomeriggio per parlare con voi, dell'uscita mondiale di Back on Track".
LA SFIDA - "Ho parlato con la Juventus poco dopo l'operazione. All'inizio avevano in mente di fare delle piccole puntate su Youtube. All'inizio è partita un po' come una cosa piccola di quella che poi alla fine si è verificato con l'uscita su Amazon. Appena me l'hanno chiesto ho detto di sì, mi ha fatto piacere della richiesta, del fatto che volessero far vedere alle persone l'aspetto riabilitativo, quanto fosse duro, le difficoltà. Nel corso dei mesi è evoluto il progetto. Stava diventando interessante e mi hanno chiesto di includere la mia parte privata, la fidanzata, i genitori, la famiglia. Comunque tutt'ora, in quei momenti, hanno fatto la differenza per aiutarmi a uscire da un momento difficile. Volevano anche far vedere questo, le emozioni e gli ostacoli superati insieme. E anche far vedere ciò che provava la gente nello starmi vicino, nell'affrontare questa situazione con me. Mamma e papà sempre stati abituati a vedermi in campo, non con le stampelle, in un percorso riabilitativo così lungo. Purtroppo mamma e papà ci erano già passati. Papà si è rotto il tendine rotuleo a destra e sinistra. Appena mi sono fatto male sono stati i primi a darmi forza, a provare a tirarmi su. Riprendo una frase di mia mamma: cosa ti volevi aspettare? Nel calcio capita, è contatto, può succedere. C'è da riprendersi e ripartire".
NON SEI ARRABBIATO - "Quel passaggio lì? Parto dal fatto che sicuramente nell'arco della mia carriera ho avuto... ho subito interventi più brutti. Interventi dove magari ero slanciato, in corsa, ad alte velocità. Venivo buttato a terra. Si corre più il rischio. Nel caso lì, dove mi sono fatto male, riguardando l'intervento non è stato bellissimo, ma davvero: Smalling penso che avesse l'obiettivo di andare sulla palla. Dal filmato, che ho rivisto tante volte, è andato sul pallone e non l'ha fatto con cattiveria. Come diceva mia mamma: sport di contatto, queste cose succedono. Solo dopo ho capito quanto fosse... non facile, ma rompersi un crociato... Ho visto Bentancur, a cui ho fatto l'in bocca al lupo, di cui ho rivisto l'infortunio: da solo! E' bastato pochissimo, è andato in contrasto, capita mille volte e quella volta per una frazione di secondo dove magari appoggi male il piede o hai il carico sbagliato, devi stare 6-7 mesi fermo. Ma durante una partita ci sono così tanti contrasti. A volte pensi di esserti spaccato tutto, poi quando calci e ti tocca dietro, mi sono rotto il crociato. Ho subito falli peggiori".
SUPPORTO - "Chiellini ci è passato, anche Bonucci mi è stato vicino. Ai tempi De Ligt, Dusan quando è arrivato. Giorgio mi diceva: ogni riabilitazione è diversa. Giorgio non ha avuto problemi, un po' all'inizio... Io all'inizio non ho avuto problemi ma ci ho messo tanto per tornare. Non puoi farci niente. Ogni percorso è diverso per il giocatore che lo sta facendo. Anche un crociato... il percorso è diverso. Chiellini mi diceva di aver dolore a flettere, non riusciva a farlo. A me è una cosa che nelle prime tre settimane ho raggiunto senza grandi problemi ci sono riuscito. Ovvio che a livello emotivo si accomunano tutte le riabilitazioni. Da un piccolo infortunio come uno stiramento a un crociato, per un giocatore vedere gli altri non è facile. Anche Giorgio mi diceva che nel suo infortunio ha preso di positivo quello che ha passato tanto tempo con la famiglia, giocando ogni 3 giorni non poteva farlo. Passava tempo con le figlie. E l'ho fatto anch'io: come consiglio, sono stato con la mia fidanzata, con la mia famiglia, cosa che per le tante partite non si può fare. Mi ha dato forza".
IDOLO - "Da bambino il mio idolo è sempre stato Kaka. Per me il giocatore che mi piace di più è Mbappé. Scambio maglia? Sì, è stato bello. L'ho incorniciata, è fortissimo, un fuoriclasse assoluto. Disarmante, davvero. E' fortissimo. Lui è più veloce, ha una facilità di allungo, ma non normale, proprio con la palla, una rapidità di piedi che vedi in pochi giocatori. Fuoriclasse assoluto. A livello realizzativo pure, uno che fa tripletta in finale mondiale a 23 anni... Se non è un fuoriclasse lui?!".
LA SETTE - "No, volevo cambiare numero, volevo uno importante, per me lo sono dall'1 all'11 per chiarire. Il 7 era libero. Me l'ha lasciato Dusan, che voleva il 9. Bellissimo numero e diciamo che, a livello di storia recente, l'ha indossato uno che fa parte dei 5 più forti della storia del calcio. Un onore ancora di più. Non solo il 7 dalla Juventus da raccontare ai nipotini, ma il 7 che ha vestito Cristiano Ronaldo. Pallone d'oro? Grazie mille, ma pensiamo a raggiungere, a provare a vincere qualcosa quest'anno, sarebbe bello portare a casa un trofeo soprattutto per quello che è successo".
COME DECIDI I GOL - "Quando sei in campo devi prendere decisioni veloci, devi allenarti e alleno entrambi i piedi quando sono in allenamento. Di solito faccio sempre esercizi con destro e sinistro, provando a segnare anche di testa. Quando sei in campo, poi, devi prendere decisioni veloci e pensi: il difensore mi permette il destro, allora vado col destro, altrimenti cerco il sinistro. Devi prendere decisioni veloci. Mi piace dire che bisogna allenare queste skills, dopo allenamento resto spesso con Vlahovic e ci sfidiamo. Due, tre giorni fa ho vinto una piccola competizione con lui! La prossima volta so che si prenderà la sua rivincita".