Chissà se, nel corso della loro carriera, Federico Chiesa e Marcus Thuram diventeranno compagni di squadra, seguendo il cammino inverso dei loro celebri padri. Nel lontano 1996-97, Enrico Chiesa e Lilian Thuram approdarono insieme al Parma: il primo proveniente dalla Sampdoria, dove aveva dominato la Serie A con una pioggia di gol nella stagione precedente, e il secondo dal Monaco. La loro partnership in Emilia si tradusse in trionfi, con la conquista di una Coppa UEFA e di una Coppa Italia, consolidando anche un'amicizia fuori dal campo. I loro figli, Federico e Marcus, ebbero modo di conoscersi durante quei giorni, anche se è difficile che possano conservare oggi chiari ricordi di quegli incontri. Tra una decina di giorni, all'Allianz Stadium di Torino, i Chiesa e i Thuram del presente si scontreranno in un duello dal sapore di scudetto: la Juventus di Fede contro l'Inter di Marcus, in una sfida per la vetta della classifica.

Juve, per lo scudetto servono i gol delle punte: che succede a Vlahovic e Chiesa?
CORSI E RICORSI - Federico Chiesa arriva a questo confronto dopo un periodo di astinenza dal gol che dura dal 23 settembre, l'ultima rete segnata contro il Sassuolo. Da allora, la Juventus non ha più subito sconfitte, ma Chiesa ha perso il tocco del gol, complici anche un affaticamento muscolare che lo ha fermato prima del derby con il Torino e che lo ha relegato in panchina contro Milan e Verona. Ha riconquistato il posto da titolare a Firenze e lo ha confermato a Cagliari, prima della pausa internazionale in cui tornerà a vestire la maglia della Nazionale. Successivamente, arriverà la sfida contro l'Inter, contro cui Chiesa ha segnato solo una volta in 17 incontri, e avrà l'opportunità di interrompere questa tradizione negativa il 26 novembre.

COME ENRICO - La stagione 2023-24 era iniziata positivamente per Chiesa, con quattro gol nelle prime cinque giornate, ma ora si trova in un momento di difficoltà insieme al suo compagno di attacco Dusan Vlahovic. Allegri ha cercato di rassicurarli, sottolineando che è normale per gli attaccanti attraversare periodi meno fortunati. Anche le parole di Vladimir Jugovic, compagno di squadra di Enrico Chiesa ai tempi della Sampdoria, potrebbero rincuorare Federico: "In lui vedo Enrico, ha il gol nel sangue come il padre, tornerà presto a segnare". Nonostante Chiesa non sia originariamente un attaccante, ma un esterno, è stato impiegato in modo più continuo come punta solo dalla stagione attuale. Deve imparare ciò che suo padre faceva naturalmente fin da giovane, ma alcune analogie nei movimenti, nel tiro da fuori e nella progressione palla al piede sono evidenti anche per gli osservatori meno esperti. Ora resta solo da replicare queste gesta con la stessa continuità di Enrico ai suoi tempi, un calciatore che ha segnato ben 139 gol in Serie A durante la sua carriera. Allegri gli chiede questo fin dall'inizio della stagione: "Chiesa vale 14-16 gol". Un obiettivo ambizioso, considerando che il massimo di gol in campionato per Federico è finora stato di dieci nel 2019-20 con la Fiorentina.