A dare l’incipit alla raffica di esternazioni è stato il capo supremo, Claudio Lotito, concedendo una lunga intervista alla Repubblica del fresco direttore Molinari, producendosi nel meglio di se: niente play-off per l’assegnazione dello scudetto ma partita secca con la Juve, finita davanti alla Lazio in classifica solo grazie a quella vittoria con l’Inter (“vabbè…l’avete vista quella partita”), con aggiunta confessione di essere uscito apposta dall’Europa League “così avremmo giocato solo una volta a settimana, mentre gli altri ne giocavano due”. Una sequela di amenità sulle quali tornerò tra pochi giorni con un video ad hoc, in modo da articolare meglio le tante risposte.
Su un unico passaggio sono d’accordo coi pretoriani laziali, quello riguardante gli allenamenti: il nuovo DPCM non può consentire di effettuarli dal 4 al 18 maggio singolarmente e lontani dai centri sportivi. È un’assurdità. Se la prima preoccupazione è quella di evitare i contagi, i calciatori non possono mica andarli a fare nei parchi pubblici, con la possibilità di venire a contatto con sconosciuti asintomatici. E nemmeno possono continuare ad allenarsi in casa propria, perché hanno bisogno di un preparatore che li controlli e gli dica cosa fare. Germania e Svezia stanno dimostrando che tutto questo è possibile.
Altrettanto amena la richiesta rivolta da Tare a Juve e Inter di prendere posizione nei confronti del Governo, affinché consenta al calcio di portare a termine la stagione, arrivata proprio dopo i dubbi manifestati pubblicamente da Lotito sull’ultimo Derby d’Italia. Quasi a paventare che l’Inter si fosse scansata per permettere alla Juve di tornare in testa al campionato. Potrebbe mai essere credibile una versione del genere con l’acerrima rivalità esistente tra i due club? Ma poi, non erano i laziali quelli gemellati con l’Inter?
Lotito è riuscito in un’impresa ritenuta finora impossibile: mettere d’accordo, per una volta, juventini e interisti. Virologo, dottore, scienziato ed anche mago.