Già con l’intera rosa sana e a totale disposizione , considerando le non esaltanti prestazioni recenti , qualche dubbio sul livello competitivo della squadra c’era, dubbi che ovviamente crescono nel momento in cui si continuano a perdere pezzi per strada. O si fatica a recuperali del tutto, vedi Vlahovic : messo ko per quasi l’intera stagione da una fastidiosa pubalgia, adesso è alle prese col mal di schiena forse indotto dalla prima. Ha saltato l’Atalanta, salterà pure il Torino. Adesso si è fermato pure Chiesa. Niente di particolarmente preoccupante, solo un affaticamento, ma essendosi manifestato alla vigilia del derby é consigliabile non forzare e, quindi, evitare il rischio di peggiorare la situazione. Risultato: Chiesa out.
Chiunque sarebbe un minimo preoccupato nell’accingersi a giocare un derby senza i migliori, Allegri invece ha provato ad ostentare ottimismo. Provato, perché appena nella conferenza di vigilia si è andati sul tema dei troppi infortuni (muscolari o fisici che siano) ha palesato essere quello un nervo ampiamente scoperto. Ha rifiutato di sentir parlare di “catena di infortuni”, mentre il problema è reale, soprattutto in una stagione in un cui alla Juventus si gioca solo una volta a settimana. “Che vuol dire? Gioca come sempre chi sta bene”. Peccato che alla Juve ce ne sia sempre uno con un problema, ai muscoli (Chiesa) o al polpaccio (Milik) o alla schiena (Vlahovic) o alla tibia (Kean).
Forse – e lo diciamo sottovoce (ma non da oggi) - qualcosa non sta funzionando, a livello di preparazione così come di recupero fisico. Non vuol essere un’offesa verso nessuno, però è un dato di fatto: per un motivo o l’ altro, troppi calciatori finiscono spesso ai box. O vengono preparati e curati male, oppure sono fragili. Delle due l’una.
La risposta però non può essere “qual è il problema?”