Ci ha insistito ancora Allegri su questa cosa, anche alla vigilia del Derby d’Italia con la seconda in classifica ufficiale, nonostante questa lettura virtuale dei punti “possa piacere o non piacere”. E i primi a non gradirla sono proprio tanti interisti, con a capofila l’editorialista del Corsera Beppe Severgnini che su questo brutto vizio allegriano ci ha scritto nei giorni scorsi un articolo, proprio a censura di questo comportamento, sostenendo che fosse espressione di una maleducazione civica tipica italiana e, nel caso specifico, juventina. Perché secondo lui a Torino sono abituati a barare sui numeri: 38 scudetti anziché 36, adesso 53 punti al posto degli effettivi 38 (causa i –15 della penalizzazione).
Mentre suona stonata la classifica virtuale di Allegri, che lo dice soprattutto per trovare un senso a questa complicata ed assurda stagione per la sua squadra e riuscire a motivare la truppa. Sperando, ovviamente, di tornare a rendere reale questa classifica anche il prossimo 19 aprile, quando il Coni si esprimerà sul ricorso Juventus in merito alla sentenza CAF. Nel calendario bianconero è quello il match più atteso, anche se nulla avrà a che vedere col campo.
Perché l’odio è più forte del garantismo, lo travalica. Salvo poi ammantarlo con un finto ”amore per lo sport pulito” fino a quando la Giustizia sportiva non si occuperà - com'è probabile, prossimamente - dei club per i quali tifano. Fino ad allora, però, la Juve paghi tutto e subito. Il Tribunale popolare lo ha già deciso, senza nemmeno aver letto gli atti processuali: gli sono state sufficienti le carte dei giornali.