Se è davvero tutto vero, e non una versione “cinematografica” dei fatti condita con effetti speciali da De Laurentiis, solo Allegri potrebbe aiutarci a scoprirlo nella sua prossima conferenza stampa, sempre se avrà voglia di rispondere, o magari replicherà alla domanda con una delle sue solite battute. Di fatto, all’epoca dei fatti era libero su piazza e, come tale, disponibile ad ascoltare le proposte dei vari club, Napoli compreso. Sappiamo solo che appena ricevette quella di Agnelli di tornare ad allenare la Juve, rifiutò persino il Real Madrid. ADL, da quanto si intuisce, non ne venne ammaliato, e oggi quasi ne parla con velato disprezzo, non chiamandolo neppure per nome ma “quello che adesso sta alla Juventus”.
Quali regole? Sulle plusvalenze taroccate non sono mai esistite e tutti i club ne hanno abusato, chi più e chi meno, tant’è vero che solo ora sta iniziando a farsi largo la necessità di normare la materia. Quanto poi ai bilanci sani e non artefatti, l’operazione Osimhen non depone di certo a favore del Napoli. Non è stata la classica “operazione a specchio” ma incrociata, che ha prodotto 20 milioni di plusvalenze, con un portiere ultratrentenne e tre giovani del vivaio mai passati al Lille, uno dei quali militante in Eccellenza.
Di sicuro non gli toglieranno lo scudetto, ma il sorrisetto sardonico con il quale De Laurentiis oggi “percula” gli altri, atteggiandosi a unico onesto in un mondo di furbi, quello almeno sì.