Pure stavolta c’eravamo illusi. Eravamo convinti che, al terzo tentativo, la Juventus li avrebbe finalmente superati questi maledetti ottavi di Champions, e invece no: altro giro, ennesima eliminazione. Tre su tre nelle ultime stagioni. Una costante disarmante.

I 15 risultati utili consecutivi messi in fila da Madama ci avevano fatto credere che, pur tra mille difficoltà, la squadra fosse migliorata, ma non era vero. Il classico specchietto per le allodole. Come si è alzata l’asticella, il giocattolo bianconero si è rotto di nuovo. A dire il vero qualche segnale d’allerta era arrivato  - col Toro, ad Empoli, con lo Spezia – ma è stato sottovalutato, coperto dalla teoria del “risultato utile”. Si è faticato per portarlo a casa? Non importa, l’essenziale era  allungare la striscia positiva.  Da qui a illudersi che il peggio fosse alle spalle e si potesse tornare a ragionare in grande il passo è stato breve. Ci ha pensato il Villarreal a riportare tutto nella giusta dimensione.

OR LIVE, il post Juve-Villarreal con Marcello Chirico e Cristiano Corbo
La Juventus è questa, da inizio stagione: qualità ridotta, poche idee. Un mix tra mediocrità tecnica dei giocatori e limiti del proprio allenatore. Senza interpreti di livello e un unico modo di giocare, sempre quello (difesa massiccia, sporadiche ripartenze, giocate dei singoli) non vai oltre il quarto posto in campionato e ti fermi agli ottavi in Europa. Dove basta un Villarreal qualunque, che giochi circa come te ma è più cinico, per eliminarti.
Unico alibi pro Allegri sono le assenze: troppe e prolungate. Molte di queste importanti, a cominciare da quella pesantissima di Chiesa. Se poi in un centrocampo già mediocre  sei costretto a privarti anche di  McKennie e Zakaria, e nel reparto difensivo fare a meno di 2 professori come Chiellini e Bonucci, è normale  scontare  questi deficit sul campo. Aggiungiamoci anche un Dybala a mezzo servizio (abulica la sua prestazione di mercoledì) e il patatrac è dietro l’angolo. Se giocano sempre gli stessi, è fisiologico poi scoppino.

Nota a margine: se si infortunano così tanti e non recuperano in fretta, la colpa non va cercata solo nella sfortuna, ma anche in qualcos’altro (leggi, allenamenti e cure mediche).

Detto ciò, non si può nemmeno accettare, a fine partita, il solito commento assolutorio di Allegri: “Per 75 minuti abbiamo fatto una buona partita, nulla da rimproverare alla squadra”. Eh no, caro mister, non puoi ogni volta venirci a raccontare una gara che non c’è stata! La Juventus ha giocato discretamente il primo tempo, creando 4 nitide occasioni ma non sfruttandone nemmeno una (altro vecchio problema), e poi nella ripresa si è messa a giocare a scacchi anziché a calcio. Una scelta rinunciataria, dimostratasi perdente. L’ha fatta pure Emery, è vero, ma la sua squadra è stata più brava a indurre la Juventus all’errore. Puntualmente arrivato.

Allegri ha detto che il primo vantaggio spagnolo gli ha scombussolato i piani sui cambi, ma se in panchina ti porti giocatori che non ti possono garantire più di 20/30 minuti d’autonomia, tanto valeva convocarli o aspettare i supplementari per mandarli in campo. Chiellini sarebbe stato utile schierarlo dopo un’ora di partita, quando i giochi erano ancora aperti, invece non è entrato mai. Pare non se la sentisse. Scommettiamo che con la Macedonia se la sentirà e giocherà tutti i 90 minuti?  

Emery i cambi li ha fatti ed ha vinto la partita. A scacchi bisogna anche saperci giocare.

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