La domanda da porsi però è questa: la Juventus attuale è in grado di andare a rivincere lo scudetto? Soprattutto ora che ha già perso per strada un pezzo da 90 come Paul Pogba, senza nemmeno riuscire a quantificare per quanto tempo, se due, tre o addirittura 6 mesi? Perché un conto è un reparto di centrocampo con il Polpo Paul, un altro la riedizione di quello della scorsa stagione, dimostratosi inadeguato a centrare qualsiasi tipo di trofeo, Supercoppa compresa.
Per puntare al bersaglio grosso servono certezze che, al momento, alla Juve non hanno né l’allenatore e nemmeno i dirigenti, ancora impegnati a sistemare la rosa. A centrocampo, così come negli altri reparti. Tipo quello arretrato, dove i problemi sono già emersi in modo abbastanza evidente nell’amichevole con il Barcellona. In modo particolare sul corridoio di sinistra, dove i terzini mancini sono rimasti gli stessi, ovvero Alex Sandro e Pellegrini. Il brasiliano soprattutto ha evidenziato le medesime carenze delle ultime stagioni. Al Cotton Bowl Dembelé ci ha scherzato come ha voluto, mettendolo a sedere due volte, ed in entrambe ha fatto gol. Troppe. Ma che il brasiliano non sia più quello delle sue prime annate in bianconero non c’era bisogno di capirlo a Dallas.
In mezzo è arrivato Bremer, però Chiellini (mica uno qualunque) non ci sarà più, e al momento il suo rimpiazzo è il giovane Gatti, con alle spalle un’ottima stagione in serie B con il Frosinone, che però è un’altra cosa rispetto alla Juventus e un minimo di apprendistato lo dovrà scontare, a meno che non si riveli da subito un fenomeno nel ruolo.
In attacco il vero acquisto sarà Chiesa, anche se non è ancora chiaro quando tornerà in servizio effettivo. Ottobre o dicembre? Perché cambiano le prospettive. È stato aggiunto un autentico fuoriclasse come Di Maria, il quale dovrebbe aiutare Vlahovic a ritrovare con maggiore continuità la via del gol, però il reparto ha perso altri due pezzi – Dybala e Morata – e non sono stati ancora sostituiti. Si spera di poter riportare lo spagnolo a casa, ma non è così scontato. E Kean, anche dopo la doppietta con il Barca, non è di certo il fulmine di guerra che magari qualcuno alla Continassa immaginava quando è stato ricomprato la scorsa estate dall’Everton.