Notatelo, succede ormai da anni, e la stagione successiva è uguale a quella precedente. Stessi sbagli, identico canovaccio. Non basta acquistare Cristiano Ronaldo per vincere la Champions, può aiutare ma di certo non è sufficiente, se non cambia la mentalità e l’organizzazione generale del lavoro. Dal modo di giocare alla preparazione atletica (i dettagli, appunto).
Così come il club è avanti a tutti gli altri competitors nazionali riguardo alla pianificazione manageriale, altrettanto dovrebbe fare dentro lo spogliatoio e sul campo. Perché le Champions, alla fine, si vincono soprattutto lì, e non solo dietro le scrivanie. Le squadre si costruiscono a tavolino, dopodiché la differenza la fanno quelli che giocano e chi li fa giocare, e come.
Serve un cambio epocale di mentalità: abbandonare i vecchi schemi e abbracciare in toto la modernità, il nuovo. È necessario uno scatto in avanti nel modo di pensare, nella maniera in cui scendere in campo, in Europa ma anche in Italia. Bisogna osare e, per farlo, serve coraggio, da parte di Andrea Agnelli e del resto della dirigenza juventina.
Per la Serie A, con la rosa messagli a disposizione dalla società, l’ermetismo funziona, in Europa no. Ha fatto 2 finali, va bene, ma le ha perse (male) entrambe. Ed anche in campionato, nonostante i 18 punti di vantaggio, tutta questa schiacciante potenza in campo la si è vista di rado. Sono più le partite vinte con striminziti e faticosi 1-0 di quelle stravinte per manifesta superiorità. Anzi, spesso la Juve ha dato l’impressione ai suoi avversari di poter essere battibile. Chi ha osato, è riuscito a non farsi battere in campionato e ad eliminarla in Coppa Italia (Atalanta).
Se alla Continassa non l’avessero ancora capito, bisogna spiegargli che per puntare alla Champions servono idee nuove, innovative, che Allegri non è in grado di trasmettere a questa squadra, probabilmente anch’essa sopravvalutata in alcuni elementi. Serve coraggio. Serve la forza di voler cambiare, in panchina e nello spogliatoio. Per una svolta radicale di pensiero sul modo di fare un tipo di calcio al passo coi tempi. Che non è quello praticato dalla Juventus. Madama è rimasta indietro, è davvero troppo Vecchia per lo smartfootball praticato dalla new generation olandese ammaestrata da Ten Hag, ma anche dal calcio di Klopp, di Guardiola, di Pochettino. Il conservatorismo è perdente su tutta la linea.