È successo che la Juventus, in data 4 agosto, ha inviato al GOS (Gruppo Operativo Sicurezza) del Viminale una Pec con la quale segnalava fasi e possibili modalità di vendita dei biglietti di quella partita, entrata purtroppo nel novero delle partite a rischio. Tra le proposte figuravano il divieto di vendita ai residenti in Campania, alle ricevitorie di quella regione e - infine – pure ai campani di nascita.
Modalità da discutere e definire per bene, e sulle quali il GOS, insieme all’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive – i due organi preposti a qualsiasi decisione sui criteri di vendita dei biglietti - hanno soprasseduto. Per la serie: tanto c’è tempo.
La Juve non vuole i napoletani nel proprio stadio. C’è chi ha ritirato fuori persino i cartelli appesi sui portoni delle case negli anni 50/60 “Non si affitta ai meridionali”. Una barbarie, la solita vergognosa crociata contro Napoli e il meridione, stavolta fatta a tutto campo perché andava a colpire indiscriminatamente tutti i napoletani, dovunque essi fossero.
Dalla Questura di Torino qualcuno ha provato a giustificarsi dicendo di non aver ricevuto, nei giorni precedenti, nessuna proposta sulle modalità di vendita di quei biglietti da parte della Juventus. Tesi immediatamente smentita dal club bianconero, che ha provveduto a pubblicare, sempre sul proprio sito, la PEC inviata il 4 agosto a chi di dovere per ottenere risposte, purtroppo mai arrivate. E nell’attesa di riceverle, la società Juventus è stata bollata come razzista.
Questo è il messaggio che è passato, ma aldilà della leggerezza di aver pubblicato quel comunicato, le intenzioni erano altre. La Juventus non aveva deciso un bel nulla, anche perché – come abbiamo più volte ripetuto, ma qualcuno non vuole o non gli fa comodo capire - non può decidere nulla sulle modalità di vendita dei biglietti, essendo quella una prerogativa esclusiva di GOS e ONMS.
Si era solo limitata a fare delle proposte (sensate e non discriminatorie) alle autorità competenti, in considerazione del fatto che la tifoseria napoletana non è certo tra le più tranquille. I tanti precedenti episodi di teppismo allo Juventus Stadium e i tafferugli (con morto) di S.Siro nello scorso dicembre sono lì a dimostrarlo. Ma c’è chi dimentica troppo facilmente e preferisce buttarla sulla caciara, sul razzismo che non c’è. Per giunta da parte di una società il cui presidente ha una mamma di origini campane (Marella Caracciolo), escludo quindi possa odiare i napoletani.