Si acquista ciò che si può. Con quello che si ha in cassa (poco) o racimolando risorse attraverso qualche cessione (e non sempre quelle davvero necessarie). Questo è il mercato di fine agosto della Juventus, che necessiterebbe di rinforzi ma che non dispone dei soldi necessari per andarli a prendere, anche perché il gruzzolo incassato con la cessione di De Ligt è già stato tutto speso per Bremer e Kostic. All’appello mancano ancora un terzino sinistro e un centrocampista , ma il tempo stringe -e nonostante 2 aumenti di capitale nell’ultimo triennio – si deve puntare sui saldi. Come capitato per la punta di scorta, ovvero Milik.
Centravanti che già tre anni fa fu ad un passo dal bianconero ma De Laurentiis, per la solita storia che i giocatori del Napoli non si cedono alla Juventus per principio, piuttosto che darlo a Madama lo mise fuori rosa e lo cedette nella finestra invernale al Marsiglia per 8 mln , inserendo pure una percentuale a proprio favore del 20% sull’eventuale rivendita.

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La Juventus alla disperata ricerca di un attaccante , dopo aver perso Morata e Dybala, con Chiesa che rientrerà (se va bene) a ottobre e il solo Kean a disposizione oltre Vlahovic, è tornata di corsa sul polacco, che in Ligue 1 non ha di certo brillato (16 gol in una stagione e mezza di permanenza) . Dopo non essere riuscita a riportare a Torino Alvaro, non avercela fatta a convincere il Bologna a cedergli Arnautovic, non potendo permettersi l’ingaggio lunare chiesto da Depay, ha virato sul piano C, Milik appunto. Perché il prestito gli costerà solo 1 milione e il riscatto (non obbligatorio) sette.  

Poi, che il polacco sia in netta fase calante, sia andato coi gol in doppia cifra  solo 4 volte nei campionati in cui ha giocato nelle ultime 10 stagioni, infatti al Marsiglia spesso non partiva quasi mai titolare, e sia fisicamente “delicato” (si è già rotto 2 crociati ed ha ricorrenti  problemi muscolari), si è fatto finta di non considerarlo, facendo di necessità virtù. Milik non è di sicuro l’attaccante che la Juventus voleva, se lo è fatto piacere. Perché il bilancio viene prima del campo. Non vale Morata, ma costa poco.

E siccome è dai tempi di Pirlo che serve un regista di ruolo e non un adattato (il primo fu Khedira, poi toccò a Pjanic e adesso a Locateli) si andrà finalmente a prendere Paredes (obiettivo bianconero dal lontano 2019) finanziandolo, però,con una cessione che magari non si vorrebbe e nemmeno dovrebbe fare. Tipo Zakaria, sul quale dopo la gara di Genova Allegri non si è proprio espresso in maniera del tutto positiva  ( “non ha giocato perché mi serviva più qualità”). 

Adesso però Cherubini, Arrivabene e Nedved dovrebbero spiegarci perché lo scorso inverno siano corsi ad acquistarlo  quando sarebbe andato a scadenza in estate , pagandolo zero, ma pur di aggregarlo subito alla rosa sborsarono 4 milioni al Borussia Monchengladbach. Lo svizzero non è di sicuro un top nel suo ruolo, ma resta comunque un tipo di centrocampista che può tornare utile nel mediocre centrocampo attuale bianconero: ha fisico, corsa, sa inserirsi in area, talvolta segna.

E invece potrebbe partire proprio lui, perché ha mercato. A differenza di Rabiot e Arthur, due sopravvalutati strapagati che nessun club si azzarda ad accollarsi a quelle cifre. Sarebbero stati quelli assolutamente da cedere, ma Cherubini finora non c’è riuscito. E non lo si può giustificare ripetendo a random che l’errore lo commise prendendoli Paratici (di cui lui era il braccio destro) , perché le capacità di un dirigente – soprattutto alla Juventus – si misurano proprio dalla bravura nel saper vendere gli esuberi. Qualità in cui anche il tanto celebrato Marotta juventino spesso difettava. 

A volte non basta esibire il blasone Juve per centrare le trattative di mercato, bisogna essere scafati. Come lo era Moggi, e lo fu a suo tempo Boniperti.  Quindi, prima che suoni il gong, ci si disfi in qualsiasi modo di Arthur e si tenga Zakaria.