Le avevano annunciate e date pressoché per certe in tanti, comprese testate importanti, ma le scuse al Milan da parte del designatore CAN Nicola Rizzoli, insieme a quelle del presidente AIA Marcello Nicchi, non sono arrivate. O almeno, nell’intera conferenza stampa di Rizzoli in Lega non le abbiamo sentite. Se poi, segretamente, lui e Nicchi si sono incontrati coi dirigenti rossoneri e gliele hanno presentate, non lo sappiamo. Magari in un ristorante di fiducia, nel suo giorno di chiusura…Scherzi a parte, non risulta agli atti nessun incontro privato.

Una cosa è certa: scuse pubbliche non ci sono state e non si sono sentite, con buona pace di tutta quella stampa che magari le invocava, o del Milan stesso che forse se le aspettava, oltre a desiderarle. Niente di tutto ciò, anche perché – ammettiamolo - avrebbe avuto del clamoroso. Obiettivamente, sarebbe stato in generale uno spettacolo poco edificante, soprattutto immotivato: scuse per cosa? Una valutazione arbitrale sbagliata? Tra l’altro ininfluente sul risultato, considerando il successivo e immediato gol del vantaggio rossonero, realizzato un minuto dopo il rigore negato. Eppoi, siccome di errori arbitrali è pieno zeppo ogni campionato, compreso quello in corso, ogni squadra (Juve compresa) avrebbe avuto diritto a delle scuse. In questo senso, la Lazio si è già messa da sola in pole position.

Compro Bonucci, vendo l'arbitro Fabbri
Rizzoli si è quindi limitato a spiegare le decisioni di Fabbri durante l’ultimo Juve-Milan, scagionandolo anche su alcune decisioni finite nel tritacarne della critica. A cominciare dall’episodio principale di questa gara, il mani appunto di Alex Sandro. “Episodio da zona grigia” lo ha catalogato il designatore. Tradotto: di non facile interpretazione. Per quanto la deviazione col braccio sia stata evidente, e il rigore consequenziale (a partita in corso, io ero sicuro l’avrebbe dato). Ma per Rizzoli è una “situazione difficile” e per spiegare le difficoltà di valutazione ha usato un po’ il ragionamento della supercazzola, però non ha detto – come invece ha già scritto qualcuno – che quello era un rigore netto. “Lo è – ha spiegato – solo se l’intento del difendente è quello di creare ostacolo”. Fabbri non l’avrebbe valutato così, e pure Rizzoli non è parso così tassativo.

Da qui l’inadeguatezza rimproverata da Leonardo al direttore di gara, e che – se corrisponde al vero la ricostruzione fatta da RadioRadio il Ds rossonero gli avrebbe persino manifestato a muso duro, con persino dei pugni tirati sul tavolo, nello spogliatoio riservato agli arbitri all’interno dell’Allianz Stadium. Comportamenti discutibili e per i quali qualcuno, in Calciopoli, ha dovuto subire processi e radiazioni. Stavolta (ribadisco: se vero) si esaurirà tutto con un’ammenda e nessuno strascico polemico sui media. La solita storia dei figli e figliastri. Funziona così, lo abbiamo imparato.

Rizzoli ha detto invece, chiaramente, che non poteva essere sanzionato con rigore e cartellino rosso il calcetto di Mandzukic a Romagnoli “perché non c’è stata violenza”. Semplici screzi di campo. Lo si capitava molto bene dalle immagini, ma a qualcuno questo episodio serviva per amplificare il casino e ce lo ha buttato dentro.

Infine, Rizzoli ha anche detto che Fabbri non verrà fermato. L’ “inadeguato” continuerà ad arbitrare, nonostante la pesante ricusazione milanista. Magari, come ha anticipato il collega Stefano Agresti su Calciomercato.com, non verrà più designato per le gare del Milan, e questo sarebbe un fatto grave, perché Calciopoli iniziò proprio così. Vedremo se Rizzoli disporrà di anticorpi tali da poterlo scongiurare.