Evelina Christillin, vicepresidente dello "Stakeholders Committee" Fifa, ha parlato a Tuttosport del suo tifo bianconero: "Con Infantino scherziamo moltissimo: lui, si sa, è interista sfegatato e quindi mi punzecchia sempre, ma ha due figlie juventinissime e ogni tanto mi manda le loro foto vestite di bianconero con commenti sconsolati: guarda cosa mi tocca vedere". 
 
A proposito di Juventus, è questa una stagione destinata a passare alla storia con l'arrivo di Cristiano Ronaldo? 
«Credo di sì, anche se dobbiamo aspettare la fine per giudicare. Certo è un colpo sensazionale per tutto il calcio italiano che vive un momento critico. Io ero a Rimini nel settembre del 2006 per la prima partita di Serie B. Da Ricchiuti a Ronaldo in dodici anni: se ci penso è incredibile, ma anche affascinante e motivo di enorme orgoglio. Si può sempre ripartire». 
 
Merito di chi? 
«La società è stata di bravura mostruosa. E la famiglia Agnelli è certamente il fattore chiave. Avere la stessa proprietà per quasi cent'anni dà qualcosa che nessun altro club può vantare. Andrea poi ha cambiato il modo di vivere la Juventus da parte degli Agnelli». 
 
In cosa? 
«La passione è sempre quella, la stessa dei suoi predecessori, ma lui vive la Juventus non come un'eredità, ma come una responsabilità. Non come qualcosa che scendeva dall'alto ma come qualcosa da portare il più in alto possibile». 
 
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Che impressione le fa vedere Cristiano Ronaldo con la maglia della Juventus? 
«Fantastica. E mi sono piaciute tantissimo le sue lacrime a Valencia. Mi ha restituito l'uomo dietro il supereroe». 
 
A proposito, lo squalificheranno? 
«Sinceramente non lo so. Mi auguro per una sola giornata, perché altrimenti sarebbe un'ingiustizia». 
 
Certo ci fosse stato il Var, sarebbe andata in un altro modo. E' vero che l'Uefa è un po' refrattaria all'idea del Var? 
«Assolutamente no. Mi rendo conto che vedere la massima competizione per club senza la tecnologia possa stridere, soprattutto dopo un Mondiale in cui tutto è filato liscio proprio grazie al Var, ma si deve capire che la Champions e l'Europa League hanno molte più partite e quindi molti più arbitri coinvolti, arbitri che vanno formati. Da parte dell'Uefa non c'è volontà di frenare, ma nemmeno di forzare i tempi con il rischio di arrivare impreparati. Non credo che ci sarà il Var dagli ottavi di questa stagione, ma sicuramente per la prossima». 
 
Indietro non si torna. 
«Credo che non sia possibile. E' la direzione della Fifa, ma anche dell'Uefa. Certo, so che certe federazioni sono restie e non vogliamo forzare la mano a nessuno. Ma si tratta di luddismo, la tecnologia è il futuro». 
 
E il futuro della Fifa qual è? 
«Un futuro nel quale si trovi un equilibrio fra il fatto che la Germania ha un voto come Anguilla, ma ovviamente un peso diverso. La nuova Fifa deve partire da una equa distribuzione delle risorse per sviluppare il calcio ovunque, soprattutto nei Paesi poveri, ma nello stesso tempo tenere conto delle esigenze dei movimenti trainanti. In questo senso, per esempio, è importante la riforma del calciomercato di cui si sta discutendo e che potrebbe portare presto maggiore trasparenza e giustizia». 
 
In che modo? 
«Per esempio garantendo in modo più rigoroso che i soldi destinati ai club che crescono i giocatori vengano versati regolarmente. Nelle ultime sette stagioni, per esempio, manca un miliardo di dollari che in seguito ai trasferimenti sarebbe dovuto andare ai piccoli club che avevano cresciuto i giocatori trasferito tra due società importanti». 
 
E poi c'è un discorso sempre più attuale sulle percentuali degli agenti. 
«Esatto. In proporzione, la fetta che va agli agenti per ogni trasferimento è troppo grossa. Anche in questo caso i numeri sono troppo alti. Ci sono casi clamorosi e altri meno noti, ma in assoluto è un'enorme quantità di denaro che drena fuori dal sistema calcio». 
 
Infantino vuole cambiare anche il Mondiale per club? 

«C’è un progetto, anche se ancora abbozzato. Il concetto è: il Mondiale per club com’è adesso funziona? Sinceramente poco. Potrebbe essere una competizione molto più importante e strutturata. L’idea della Fifa sarebbe abolire l’attuale Mondiale per club, quello che si svolge in dicembre, e anche la Confederations Cup, per disputare un Mondiale per club a 24 squadre, 12 delle quali europee, 12 dal resto del mondo, da disputare fra giugno e luglio ogni quattro anni al posto della Confederations. In teoria già dal 2021, che già non avrà la Confederations, ma in pratica diventa complesso per i calendari. Di certo l’idea potrebbe prendere corpo dal 2024, quando i calendari internazionali potrebbero cambiare, come ha anche già detto Andrea Agnelli. Un Mondiale per club organizzato così avrebbe una portata economica e mediatica davvero enorme».