Niente Conference League per la Juve? A fare il punto della situazione è La Gazzetta dello Sport, che spiega come il "processo" al club bianconero per le presunte violazioni del Fair Play Finanziario sia semplicemente ancora alla fase di investigazione, con il primo grado che dovrebbe concludersi a Nyon non prima della metà di luglio. L'eventuale appello sarà quindi rivolto direttamente al Tas, senza un secondo grado davanti ai giudici UEFA, con l'obiettivo di avere una risposta non oltre i primi di agosto così da completare la lista delle squadre iscritte.

Al momento, secondo la rosea, è presto per ipotizzare scenari, tutto dipende dall'ammontare delle violazioni e da come sarà valutato il comportamento della Juve, che a fine 2022 ha firmato un "settlement agreement" triennale. La punizione globale (multa da 23 milioni di euro) è quindi stata ridotta ad appena 3 milioni, ma il mancato raggiungimento degli obiettivi comporterà sicuramente un aumento: nessuno sconto, più limiti a rosa e mercato. Anzi, se le violazioni venissero giudicate molto gravi, il "settlement" potrebbe anche essere dichiarato nullo.

Juve, patto con la Uefa 'per la pace': rinuncia alla Conference League?
Tornando alla Conference, l'eventualità che la Juve possa rifiutare la partecipazione sembra remota e autolesionista. Più probabile che il club accetti senza particolari opposizioni - e dunque senza andare al Tas - la squalifica di un anno; discorso diverso in caso di esclusione più pesante, dai due anni in su, che precluderebbe un'eventuale Champions e spingerebbe comprensibilmente i bianconeri a rivolgersi ai giudici di Losanna (la Cassazione dello sport europeo).