LA PARTENZA - Ma la base di nevrosi è partita da ben lontano. E cioè dall'arrivo dei nerazzurri all'Allianz Stadium, con cori pungenti che l'hanno scortato fino all'ingresso e discesa in direzione spogliatoi. Sfottò classici, anche qui: nulla d'inaspettato. Tanto però è bastato a dare ulteriore tocco di colore al match, già caricato dall'importanza della partita e dagli animi surriscaldati dall'adrenalina. Ecco, tutto il resto è causa ed effetto del match: nel primo tempo, il tecnico leccese ha protestato per alcune decisioni dell'arbitro Mariani. Innanzitutto il contrasto in area su Lautaro, quindi il giallo sventolato a Darmian. Qui Conte ha concretamente rischiato: applausi e 'bravo' a scena aperta, l'arbitro ha fatto finta di non sentire.
CON AGNELLI - Al triplice fischio, la scena è stata tutta del presidente Agnelli: sancito il pareggio e sancita soprattutto la finale di Coppa, il presidente è schizzato verso l'uscita rivolgendo parole - il labiale dà indicazioni, ma non è chiaro - poco carine all'indirizzo della panchina nerazzurra. Nel post partita, Conte ha provato a smorzare i toni ma non si è tirato indietro: "Non ho la forza e la voglia di commentare. Semplicemente, ci vuole educazione". L'aplomb di Pirlo ha messo la parola fine: l'allenatore juventino ha voltato le spalle alla tragedia greca e s'è gustato il suo lieto fine tutto bianconero. C'era da festeggiare, non da perdersi nelle provocazioni.