SULL'INFANZIA - "Mi piaceva insegnare, se non fossi diventato calciatore sarei diventato professore di educazione fisica. Era il mio piano B, ho ottenuto il diploma anche per rendere felici i miei genitori. Se studiavo? Ho letto molti libri di psicologia. Non bastano le conoscenze tecnico-tattiche, bisogna essere allenatori in toto. Un allenatore ha a che fare con 50 persone, io sono il capo e devo prendermi cura di loro".
ESPERIENZA ALLA JUVE - "Sono andato oltre le mie aspettative, come da calciatore. Sono migliorato ogni anno, di colpo ho vinto tutto da calciatore e sono diventato vice-campione d'Europa e del Mondo con l'Italia. Da allenatore ero più fiducioso, avevo la sensazione di poter realizzare qualcosa di importante. Conoscevo le mie qualità, trasmetto la passione per questo sport".
SUO ATTEGGIAMENTO - "La competizione è come una battaglia, non c'è motivo per ridere o essere felici. Mors tua, vita mea. Ne resta solo uno, faccio di tutto affinchè sia la mia squadra. Gioco per vincere, una cosa che infastidisce e mette pressione a tanti. È il mio modo di essere e mi porterà a finire anzitempo la mia carriera, perché vivo questo mestiere in maniera troppo intensa. Potrò sorridere quando avrò meno responsabilità e meno gente da portare sulle mie spalle".
3-5-2 - "Dipende dai giocatori, in B giocavo col 4-2-4. Io e il mio staff studiamo sempre, in Premier la difesa a 3 era un tabù prima del mio arrivo al Chelsea, poi hanno iniziato a usarla".
KAMASUTRA - "In periodo di competizione, il rapporto non deve durare a lungo, bisogna fare il minor sforzo possibile, quindi restando sotto la partner. Preferibilmente con le proprie mogli, così non sei costretto a fare una performance eccezionale".
RISCATTO DEI SUOI CLUB - "Una squadra vincente? Mi interessa allenarla, come sedersi su una Formula1 e partire in pole. Alla Juve ho fatto il record con 102 punti. Spingo sempre la macchina al massimo. Le mie squadre venivano da momento delicati. Posso assicurare di aver rifiutato alcuni club perché pensavo non fosse il momento giusto".