Gli appassionati di calcio hanno apprezzato il ritorno della Bundesliga per sfamarsi di quello sport che il coronavirus ha fermato per due mesi. Ma non c’è niente di meglio che cibarsi del nostro calcio, che presto sarà un piatto quotidiano sulle tavole di tutti gli italiani. Ieri è stato ufficializzato il calendario delle restanti 124 partite di Serie A, manca da sistemare le date per la Coppa Italia. Un fatto curioso, dal momento che sarà la prima competizione a riprendere per poi lasciare la scena al campionato, ma non c’è da stupirsi.

LE DATE - Da dpcm governativo, la ripresa delle attività agonistiche è vietata fino al 14 giugno. Dunque sarebbe questa la data indicata per la Coppa Italia, ma giovedì scorso il Ministro dello Sport Spadafora ha aperto ad un inizio prematuro, il 13 giugno, annunciando un provvedimento legislativo apposito. A stretto giro di posta è arrivata la richiesta della Lega di anticipare la competizione di un ulteriore giorno, il 12. Sul tema si dovrà esporre, in questi giorni, lo stesso ministro dopo essersi consultato con il collega Speranza e il premier Conte. Infatti, solo un decreto del governo renderà possibile questo doppio anticipo. La cosa certa, resta la finalissima il 17 giugno.

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CHI GIOCHEREBBE PRIMA? - In questo scenario, chi giocherà per prima la semifinale di ritorno? Come riporta il Corriere dello Sport, la precedenza spetterebbe a Juventus-Milan, poiché l’andata (Milan-Juventus finita 1-1 a San Siro) è stata giocata il giorno successivo rispetto a Inter-Napoli (finita 0-1). Sarebbe così, se non fosse per i nerazzurri. Il club di Viale della Liberazione prima ha discusso in Lega sulle tempistiche della Coppa Italia, poi ha chiesto di anticipare la propria semifinale visto il calendario intasato che si troverà ad affrontare: 12 o 13 il ritorno contro il Napoli, in caso di vittoria la finale il 17, infine il 21 giugno il recupero della 25ª giornata di Serie A contro la Sampdoria. Questo significa tre impegni in una settimana, dopo tre mesi di inattività. Affinchè la richiesta venga approvata è necessario l’ok di tutte le squadre coinvolte, cosa che l’Inter non ha ancora ricevuto. Anche perché, prima di affrontare questo problema, serve l’intervento del governo.