Fabrizio Corona, a Rai 3, parla così dell'inchiesta calcioscommesse. 

CORONA TORNA - "Ho continuato a fare il mio mestiere, che è particolare. Di me conoscono solo il gossip, le donne. Aperta la prima agenzia nel 2000, faceva questo mestiere che provano a fare tanti e che non riescono a fare. Il personaggio poi è nato, ma il lavoro è andato avanti".

CON LA PROCURA - "Punto fondamentale di ciò che vorrei chiarire stasera. Non sono mai passato dalla parte dei buoni, non credo nelle istituzioni. Chi mi chiama 'infame' deve sciacquarsi la bocca. Quest'inchiesta sarebbe partita a prescindere dalle notizie che ho dato. L'inchiesta c'era già. Non ho spifferato. Altri hanno fatto questo. Non sono una persona che parla. Ho un codice etico che mi ha insegnato la galera. Potete dire ciò che volete. L'inchiesta neanche ve l'immaginate". 

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SPALLETTI - "Lo conosco molto bene, ha allenato a Milano. Io giro lì. Aveva rispetto di me. Non è guardare la dichiarazione, ma notare ciò che ha detto il giorno prima. Quando arrivano a prendere Tonali e Zaniolo, rilascia delle dichiarazioni tristissime dicendo ciò che doveva dire: la maglia dell'Italia ha un valore. Questi giocatori hanno scommesso tanti soldi. E' un problema. Non è questione legale. Non lo possono fare. L'onore sportivo del valore della maglia deve essere rispettato. E poi Spalletti accusa me? Sono l'uomo più famoso d'Italia e ho bisogno di farmi pubblicità su 4-5-12 ragazzini che non sanno cosa fare? Passano il tempo a chattare con le ragazze e a scommettere soldoni. Perché non accusa la Procura di sciacallaggio? Sono tornati dopo 30 anni ma senza fare sciacallaggio, ma facendo il proprio lavoro. Deve chiedere scusa a me, deve far capire il valore sportivo professionistico e non. Deve vergognarsi". 

SU BUFFON - "Ci sono due calciatori, non un'indagine. Due giocatori hanno confessato. Sono colpevoli. Quanto fatto da Mancini è vergognoso. Spalletti manda gridi di battaglia, guidati da Buffon che per anni ha giocato solo a poker, a carte, senza fare mea culpa. Avrei utilizzato giocatori esordienti". 

CURVA JUVE - "Di quello che ha detto la curva della Juve, mi hanno detto in pochi che mi vogliono bene. Hai 50 anni, finita la pena, hai lavorato: ma chi te lo fa fare? Lavoro sporco. Tanti giornalisti hanno scritto cavolate su di me. Non capiscono che non sono un giornalista, ma un ricercatore di notizie. Porto notizie vere, non veline dalla Procura come ipotizzato. Non pagavo mica la procura. Intuito, dono giornalistico, è un dono che ho. Quest'inchiesta mi crea una marea di problemi. Non sapete cosa c'è nelle curve d'Italia. Gli ultimi omicidi non ve li ricordo. Nella mia follia dico: preferisco morire così, divento un mito, un personaggio storico. Perché sono pazzo". 

JUVENTUS E FAGIOLI - "La gente può pensare che sono interista sfegatato, che odio la Juve, la Procura di Torino che mi ha dato 5 anni, della guerra con gli Agnelli. Ma... non vi posso dire ciò che so. Non si può dire ciò che c'è all'interno. Comprovato che il primo agosto, quando pubblico Fagioli, che è un caso a parte e sono contento che abbia patteggiato, lo ha tolto dalla convocazione del ritiro degli USA. Non l'ha fatto giocare perché sapevano tutti - tutti sanno tutto, procuratori, società, compagni - e l'hanno messo da parte, provando a riprenderlo, sperando che nessuno se ne accorgesse. La Juve va subito alla Procura? Non è vero questo. Prima non lo fa giocare. Pensano, ragionano, vanno dalla FIGC parlando con il giocatore: è il caso di autodenunciarsi. Ma Fagioli gioca lì da 6 anni. Le persone sono andate fuori dal ritiro di Vinovo. E non puoi non saperlo. Posso provarlo, lo so. Fagioli si era indebitato? E' il caso più drammatico della vicenda. Ero in palestra e uno si affossa con la panca. Lo aiuto. Questo ragazzo poi mi ha aiutato. E mi dice: ho fatto scuole con Fagioli, e già al liceo scommetteva qualsiasi cosa. E' il primo caso di un ragazzo veramente malato di ludopatia. Io non giudico. Ma ha sempre giocato, si è indebitato per oltre un milione in 3 mesi. Per la pena doveva prendere 3 anni. Ma il fatto che abbia parlato e patteggiato è nella sentenza. Ha preso 7 mesi di squalifica ma per 5 anni deve curarsi e fare manifestazioni. Se non le fa viene squalificato. Per una volta la giustizia compie il suo dovere". 

LA TESTIMONIANZA - Un presunto compagno di Fagioli parla così a Corona: ​"Abbiamo giocato alla Cremonese insieme. Era partito dai canali legali. Giocava il poco stipendio che aveva. Scommesse su tutto. Gioco d'azzardo. Su partite di Serie A". 

NELLE CHAT - "Nelle chat del telefono di Fagioli ci sono Tonali e Zaniolo. Se s'incastrano date, anni, giocatori e incroci negli ultimi dieci anni. Fagioli e Tonali giocano nel 2011 a Piacenza. Crescono insieme. E s'incrociano con calciatori che sono il fulcro di quest'indagine. Uno di questi è nipote della persona intervistata che diventa il braccio destro di Zaniolo". 
La testimonianza dalla fonte di Corona: "Mio nipote giocava nell'Inter, poi ha smesso. Ha vissuto anche l'anno della Champions senza mai giocare. Zaniolo fa le giovanili dell'Inter, che poi passa alla Roma. Zaniolo va a Roma, lo segue e gli fa da procuratore. E hanno iniziato a giocare. Gli mandava i soldi con la carta di credito. Su cosa scommettevano? Decideva Nicolò. Su partite. Di calcio. Italiane. Mio nipote fa il banco clandestino a Roma".