L'edizione odierna de Il Corriere dello Sport analizza la scelta di Conte sullo stop agli allenamenti collettivi fino al 18 maggio e svela un retroscena: "Se il calcio in passato era stato accusato di avere una corsia preferenziale rispetto agli altri sport, stavolta è successo l’opposto. Per colpa del virus e del contagio. Ma è successo. La ricostruzione fatta nelle ore immediatamente successive al discorso di ieri sera del premier parla di un dpcm più stringente, del quale hanno fatto le spese anche gli sport di squadra. La parola d’ordine è stata evitare gli assembramenti e la possibilità di fare allenamenti all’interno dei centri sportivi, pur con orari diversi per tutti i singoli calciatori, avrebbe portato questo rischio".