Il Corriere di Torino fa luce sulla drammatica situazione in Piemonte. Al momento, in regione ci sono quasi 20mila casi confermati e oltre duemila decessi. Nessuna regione, nell'ultimo periodo, sta crescendo così repentinamente. E' stata una 'settimana nera', e dal quotidiano iniziano ad emergere i primi dubbi sulle operazioni di contrasto. 

GLI ORDINI - Partiamo dalle basi. In un mese e mezzo di emergenza, l'Unità di crisi ha ordinato materiali e attrezzature: valore totale di 20,2 milioni di euro. Un investimento che arriva a toccare anche i 7 milioni che servivano per l'acquisizione di mascherine, tute e tamponi. Al 2 aprile, il valore degli ordini consegnati supera di poco 1,7 milioni di euro. Le donazioni cinesi e brasiliane hanno aiutato a compensare il rifornimento di strutture assolutamente sprovviste di materiali. Quali? RSA, ospedali e ambulatori. I centri di primo soccorso lasciati praticamente da soli. 

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I NUMERI - Il Corriere fa poi i numeri del 'disastro Piemonte'. Dall'inizio del 2020, la sola ASL Torino 3 ha consegnato 950mila guanti, 16700 tamponi e 2,7 milioni di mascherine. Oltre a 17mila tute protettive. Sembrano numeri incredibili, ma sono cifre insufficienti. Per intenderci, ogni giorno servirebbero circa 95mila mascherine chirurgiche, 24.525 FFP2 e 13.453 FFP3. Queste due, obbligatorie per lavorare nei reparti COVID, sono state distribuite solo al 49% e 5,52%. Stessa storia per il Propofol, il farmaco anestetizzante per l'intubazione dei pazienti con difficoltà respiratorie: dovevano esserci 100mila fiale al 23 marzo, se ne contano 64800.