Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha parlato dell'emergenza Coronavirus ai microfoni di Sky Sport, nell'immediata vigilia della sfida tra Roma e Lecce: "Stiamo avendo gli atteggiamenti giusti. In questo momento il mondo dello sport non deve andare per conto proprio, ma deve essere allineato con le disposizioni dell'autorità vigilante, in primis il Governo che ha oneri e onori di tutto questo. La nottata di ieri è stata abbastanza convulsa, il consiglio dei ministri è finito tardissimo. Con questo decreto ci siamo adeguati e convinti che la valutazione sia quella più giusta. Poi è chiaro che qualcuno può condividere e altri avrebbero fatto qualcosa di diverso".

SUL GIOCARE A PORTA CHIUSE - "Era una delle ipotesi sul tavolo, ma sarebbe stato inelegante e scorretto a mio modo di vedere. Non c'è solo il calcio, ma tante altre manifestazioni coinvolte. Nello specifico non si poteva anticipare certe decisioni in questo sport. Io fino a tarda sera ho sentito dirigenti delle società coinvolte nelle partite di oggi. Torino-Parma non doveva rientrare in questo gruppo di partite rinviate. Il discorso porte chiuse è stato preso in considerazione dal Governo, ma ci sono due problematiche: la prima è che le società si dovevano far carico di tutto l'aspetto economico, la seconda è che se decidi a poche ore dalla partita di giocare a porte chiuse, con i gruppi di tifosi già sulle piazze e penso ai tifosi delle Curve, ci sarebbe un problema serio d'ordine pubblico. E' un discorso però che riguarda le Prefetture".

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SUL PERICOLO PSICOSI - "Ci sono degli interessi primari, che sono anzitutto quelli della salute. Sento tanti che si espongono su questa materia, ma l'interesse della salute è primario. Si naviga a vista, non sono io che posso darvi risposte. L'obiettivo, ovviamente, è di ripartire al più presto. Ci sono diverse problematiche, come quella dei calendari, ma oggi sono in secondo piano. I calendari non sono regolati dal sottoscritto, ma devono tener conto di tutte le altre competizioni. L'Inter, ad esempio, ora ha l'Europa League, poi avrà la Coppa Italia col Napoli. Ne ho parlato con Marotta, con cui l'ultima telefonata è stata alle 2:30 di notte. Si naviga a vista. L'Inter non avrebbe più un mercoledì o giovedì libero fino all'eventuale finale di Coppa Italia, che è stata anticipata per Euro2020. Dobbiamo riaggiornarci".

Ai giornalisti all'Olimpico ha aggiunto: "Si va verso partite a porte chiuse? No. Non direi così. Non mi sento assolutamente di confermarlo né tantomeno di avallarlo. E' chiaro che questa è un'ipotesi che ieri è stata presa in considerazione però dovete tener presente che questa decisione comporta innanzitutto un primo problema di carattere economico finanziario. Nel caso dell'Inter erano previste 70-80mila persone e bisogna farsi carico di questo. La seconda questione è che, vista l'urgenza e l'immediatezza del provvedimento del Governo che lo sport ovviamente ha voluto sottolineare, confermare e aderire, se si fosse optato per una partita a porte chiuse, visto che la gente aveva preso il biglietto, qualcuno era già in sede e qualcuno veniva da fuori, ci poteva essere un problema di ordine pubblico e mi sembra che in questo momento tutte le forze della polizia, e mi risulta anche dell'esercito in alcune zone del paese, sono impegnate in situazioni oggettivamente di priorità diversa rispetto a quello dello sport. Io non posso parlare degli altri ma penso sia stata fatta una valutazione da chi è di competenza, ovvero in questo caso la Prefettura".