Alessandro Favalli della Reggiana è il secondo giocatore di Serie C che risulta positivo al coronavirus. Il giocatore è stato messo in isolamento, sebbene le sue condizioni di salute siano al momento buone: infatti, tra i sintomi non manifesta neppure la febbre, ma come abbiamo imparato a capire in queste settimane, il rischio contagio diffuso è sempre molto alto. Così, giocatore ai box e squadra pure, con la Reggiana che ha smesso da una settimana di allenarsi. La Reggio Audace, la squadra di Favalli, milita nel girone B della Serie C: nessun pericolo quindi per la Juventus u23, dopo il caso nella Pianese, anche perché l'ultimo incrocio tra le due squadre risale al 18 agosto, per la Coppa Italia di categoria. Ecco le parole di Favalli a La Gazzetta dello Sport

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"Lunedì scorso mi è venuta la febbre, con raffreddore, mal di testa e bruciore agli occhi. I classici sintomi influenzali. Nei giorni precedenti avevamo fatto una cena di famiglia e, dopo i primi sintomi, ho avvisato tutti: anche loro li avevano e ci siamo preoccupati. Così abbiamo avvisato i medici e ci siamo messi in isolamento. Tampone? Sì, venerdì. E tutti siamo risultati positivi, tranne uno. La febbre è passata, ho preso solo la Tachipirina. Sono da solo, non ho contatti nemmeno con mia moglie che per fortuna non ha avuto sintomi.

CASA E FAMIGLIA - "Vivo a Solarolo Rainerio, in provincia di Cremona, verso Mantova. Reggio Emilia è a 40 minuti, è comodo. In famiglia? Tutti isolati. Mio padre è operaio, mia madre è impiegata alle Poste e i miei due fratelli lavorano in un’azienda. Dal primo giorno ad oggi cosa è cambiato? Nulla, a parte la febbre sparita. Sono solo in attesa di sapere cosa fare, se devo fare un altro tamponeono, per avere la guarigione definitiva".

MEDICI - "Sì, sono monitorato al telefono. Ho fatto tutto quello che mi dicevano. La cura non c’è e i sintomi vanno gestiti come un’influenza normale. Preoccupato? No, nel senso che dopo la febbre e i primi sintomi ora sto bene. Sono più in pensiero per gli altri parenti, c’è chi è stato peggio di me e il pensiero va a loro. Ma presto ne usciremo.

REGGIANA - "Il club è vicino? Sì molto. Ogni giorno i compagni, l’allenatore e la società mi chiamano, mi fanno sentire insieme a loro, è d’aiuto per distogliere l’attenzione da questo momento. Poi i tifosi, mi hanno scritto anche quelli di altre squadre: molto bello. Calcio fermo in ritardo? Non lo so... Adesso credo che sia giusto fermarci tutti. E’ un virus che puoi prendere ovunque, anche su un campo da calcio. Il rischio contagio è troppo elevato, quindi meglio fermarsi perché la salute viene prima di tutto. Ho apprezzato Tommasi, anche perché è stato calciatore ed è una persona intelligente. L’ha capito prima di tutti che bisognava fermars. Coppe Europee? Siamo sempre lì, il rischio di contagio esiste. Bisogna bloccarsi tutti, il problema non riguarda solo l’Italia. Dispiace tantissimo, nessuno vorrebbe fermarsi, ma è necessario.

SERIE A - "Erano il minimo indispensabile, potevano solo evitare un contagio più ampio. Primo contagio in A? Forse si sarebbe fermato tutto prima, sarebbe stato più allarmante. Meno male che non ce ne è stato bisogno".