Nicolò Fagioli s’è trovato in mezzo a un’indagine (molto) più grande di lui. A soli 22 anni il calciatore della Juventus si ritrova indagato per scommesse su siti illegali in una vicenda che il pubblico ministero Manuela Pedrotta sta cercando di comprendere a fondo, setacciando le piattaforme on line e cercando di capire chi ci sia dietro quel mondo popolatissimo di utenti, tra cui figurava anche Nicolò Fagioli.

PAROLE - Il giocatore - riporta il Corriere della Sera - durante l'interrogatorio ha ammesso: «Ho fatto puntate su partite di calcio». Nulla di più chiaro, è quanto successo a fine estate dopo l'arrivo di un invito a comparire per essere interrogato come indagato, a proposito delle sue grosse puntate on line. In ogni caso, in questa situazione si parlerebbe di puntate su partite, ma non della propria squadra. 

Caso Fagioli, Sabatini: 'Se ha sbagliato punizione esemplare ma non populista. Non chiamatelo gioco...'
REAZIONI - La reazione della Juve - che era già a conoscenza di tutto - è arrivata già nella giornata di ieri, così come la presa di posizione degli avvocati del giocatore — Luca Ferrari e Armando Simbari — che hanno contattato subito la Procura della Federcalcio, a Roma, presso la quale Fagioli si è nella sostanza «autodenunciato», essendo al momento «sereno ed è massimamente concentrato sulla Juventus e sul campionato». Ora bisognerà capire come evolverà la vicenda: Fagioli, in quanto calciatore, non può scommettere sullo sport che pratica, come spiega l’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva, quindi tutto ciò che è nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa. 

DIFESA - Per la giustizia sportiva, potenzialmente, Fagioli rischia fino a un massimo di 3 anni di squalifica, ma giovane e club si aspettano — in caso di colpevolezza — molto meno. Anche perché si tratta di un caso delicato, sportivamente e umanamente, se è vero che Fagioli è attratto dal gioco fin dai tempi delle giovanili - si legge - quando il suo talento era già accompagnato dalle partite di poker. Una presunta «ludopatia» che potrebbe essere spiegata nell’ambito della linea difensiva davanti alla giustizia sportiva.