Mario Draghi ha invitato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, a valutare la sospensione del campionato o lo svolgimento delle partite a porte chiuse. La Serie A, però, non vuole fermarsi e i club non vogliono rinunciare al 50% della capienza, che non è molto ma serve comunque a evitare un nuovo tracollo. Ma quali sono gli scenari?

PROTOCOLLO - I club hanno vissuto quasi come un affronto la proposta di giocare a porte chiuse, visto che lamentano i mancati ristori chiesti al Governo, ma concessi ad altri settori. Dall'incontro tra i club è uscita una posizione di fermezza sulla possibilità di "poter proseguire lo svolgimento delle proprie competizioni (Serie A, Coppa Italia, Supercoppa) come da programma, grazie all'applicazione" del nuovo protocollo approvato ieri, che prevede l'obbligo di scendere in campo con almeno 13 giocatori disponibili andando, in caso di necessità, a pescare anche dalla Primavera.

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SERIE ASL - Nell'idea della Lega, potrebbe bastare questo a continuare regolarmente, nonostante alcune voci contrarie degli ultimi giorni. Ma molto dipenderà anche dal tema Asl, con la stessa Serie A che auspica inoltre che "nella riunione governativa di mercoledì si possano individuare in modo chiaro degli strumenti di coordinamento delle aziende sanitarie per assicurare una gestione uniforme delle situazioni da Covid nelle squadre". Serve una gestione univoca da parte delle Asl, come invocato tra gli altri da Marotta, ad dell'Inter.

PARTITE A RISCHIO - Per quel che riguarda l'imminente weekend di campionato, Bologna e Udinese, bloccate dalle Asl, non potrebbero scendere in campo nelle gare contro Cagliari e Atalanta. Invece, non dovrebbe essere a rischio Verona-Salernitana, nonostante i molti positivi. Quanto a Torino-Fiorentina, le negatività emerse tra i granata danno speranze che si giochi.