ALLA JUVE - "I primi due anni, dal 2004 al 2006, furono intensi, vincemmo il Viareggio, c’era Capello sulla panchina della prima squadra. Ricordi bellissimi: non altrettanto lieti furono quelli del secondo periodo juventino, ma anche quel periodo mi ha aiutato a crescere. Rimasi pochi mesi, perciò non mi sento un ex".
JUVE SAZIA? - "Nient’affatto, quarti di Champions o campionato, per loro nulla cambia. Non a caso hanno vinto sette scudetti di fila. La tradizione Genoa? Forse perché contro la Juve dai inconsciamente sempre qualcosa in più. Sappiamo di essere inferiori, ma tutto può succedere: anche all’andata a Torino tutti ci davano per spacciati, invece..."
Colpa di Piatek? Però elementi come Sanabria o Lerager hanno esperienza europea. E, una volta giunti qui, si sono inseriti rapidamente in gruppo. Kouamé? Con Piatek giocava più vicino, è vero, ma fa comunque un lavoro incredibile, che in carriera ho visto compiere a pochi attaccanti. Gli ripeto sempre che se migliorasse davanti alla porta diventerebbe un giocatore completo, perché ha dribbling, salta di testa, corre tanto. Gli manca solo la cattiveria di fare gol. “Se fai gol in allenamento, poi segni anche in partita”: è un ragazzo intelligente, penso che accetterà il mio consiglio".
RONALDO - "Affrontato prima? No. Ci eravamo incontrati ad Abu Dhabi, dove stava giocando il Mondiale per club, grazie a Danny, il mio migliore amico, con me allo Zenit. Così finalmente i miei figli l’hanno incontrato. Reputo Ronaldo più completo di Messi. Lui è talento, ma anche tanta testa".