L’ennesimo tassello di quel “Live Ahead” che è diventato motto del club. “Vivere avanti”, guardare al futuro. Più che motto, però, sarebbe meglio definirlo etichetta, titolo, di un processo di valorizzazione del brand Juventus; uno dei pilastri del piano triennale presentato in estate e ribadito nel Consiglio d’amministrazione di ieri.
Non solo spettacolo. La Juventus è stato il primo club in Italia ad avere uno stadio di proprietà, poi ancora la prima a costruire una squadra B e quella a puntare in maniera più decisa sul calcio femminile. Precursori che “guardano avanti”. Un’azienda, perché questo la Juventus è, che corre veloce verso il futuro, anche se qualcosa stride.
La storia recente è costellata di ritorni. Quello di Allegri e Pogba, l’affondo per Milik che è stato obiettivo per anni, nome che ormai sembrava essere scivolato indietro negli appunti degli uomini mercato. E poi ancora, tornando indietro, Kean, De Sciglio. Anche sul piano del gioco, di innovazioni se ne sono viste poche rispetto a quanto mostrato dai top club a livello europeo. Non è un caso che una delle maggiori critiche rivolte al tecnico livornese sia sempre stata quella di non essersi aggiornato, di non essere stato al passo con i tempi. Perché il calcio non è un monolite immutabile ma, anzi, cambia continuamente e chi si ferma è perduto, o perdente. Per rimanere alla guida tecnica, uno dei nomi forti fatti in caso di esonero è quello di Antonio Conte. Un eventuale, ennesimo, ritorno. Incastrati in un passato glorioso, dal punto di vista sportivo questa è una Juventus che fatica a “guardare avanti”, mentre il brand prova a spiccare il volo. Per restare ai motti, però, vincere rimane l’unica cosa che conta.