Uno sguardo e scatta il sorriso. Ce lo immaginiamo così Allegri mentre guarda la sua panchina, mentre tra un urlo e l'altro, tra un'indicazione a destra e una sinistra, pensa al prossimo cambio. Sì, perchè lui in questi anni alla Juve è sempre stato il cambia-partite: risolvere con le scelte, correggere in corsa gli errori iniziali, sistemare l'undici per provare a vincere ancora. L'ha fatto, spesso, lo rifarà ancora, ormai è come un marchio di fabbrica. E la Juve lo ha accontentato... Come? Così.

LA PANCHINA - La dirigenza ha operato bene sul mercato, ragionando sul grande colpo - Cristiano Ronaldo, nemmeno a dirlo -, ma anche su tutte le altre falle di una rosa che negli ultimi anni ha lottato per tutti i trofei, andando a un passo dalla vittoria europea, l'unica mancante. Dentro titolari o possibili titolari, fuori giocatori in scadenza, usurati nei muscoli o nelle motivazioni, per richieste degli stessi o per decisioni societarie. Scelte chiare che portano a un miglioramento netto, perchè se prendi un CR7 la direzione è inevitabile. Allegri si volta e spalanca gli occhi, osserva la sua panchina e "scopre" che può ancora pescare 'i Mandzukic', 'i Bernardeschi' e 'gli Emre Can' (ma non solo). Gente forte, gente che "spacca"... le partite e che, va detto, in molte altre squadre sarebbe titolare. La Juve sembra uno di quei pochi casi in cui la frase "abbiamo 22 titolari", non è solo un mantra di circostanza, pronunciato da allenatori o società per placare voci e polemiche iniettando fiducia. Allegri si volta, sorride, e si gira di nuovo: lo sguardo è diverso, è consapevole.
Cos'è cambiato nella Juve: i dettagli, nella nostra gallery.