Ma la grande Europa è andata alla Juventus. Che non la perderà visto che come si è sempre pensato con Ceferin è finito tutto a tarallucci e vino. Figurarsi se la Uefa si permetteva di estromettere le big europee che qualche mese fa si erano “permesse” di pensare ad un colpo di stato. Le minacce erano stato forti. Si temevano delle grosse prese di posizioni. Ma non ci ha mai creduto nessuno. Ceferin è tornato sui suoi passi e ora si sente pure al telefono con Andrea Agnelli. Beh, nel calcio va così. È un paradiso che copre tutto con sole, mare e qualche aperitivo. Quel furbacchione di De Laurentiis, per evitare qualsiasi ripercussione sul Napoli, qualche giorno fa ha postato un tweet dicendo che non c'era stata alcuna pressione nei confronti della Uefa per far cacciare fuori la Juventus per la questione Super Lega. Giammai. Già così le cose non sono andate per il verso giusto. Figurarsi se don Aurelio si permetteva il lusso di mettersi di traverso alla Signora. Apriti cielo. Meglio tenersi l'Europa League e andare avanti in grazia di Dio che fare la guerra ai signorotti del calcio. Che nel bene e nel male hanno raggiunto l'obiettivo. Grazie anche a scelte arbitrali che sono state chirurgiche.
A proposito di fischietti. Filippo Roma, inviato della trasmissione “Le Iene”, ha voluto riaprire il pentolone del 2018. Di quando il signor Orsato di Schio penalizzò l'Inter contro la Juventus evitando di mandare fuori Pjanic per il fallo netto su Rafinha. Ma veramente il signor Rizzoli pensa che gli italiani si bevano il fatto che tra tutti i video di quella partita l'unico che ha smarrito l'audio sia quello del fallo del bianconero sul nerazzurro? Bah. I sordomuti hanno fatto la differenza evidenziando come Valeri abbia comunicato ad Orsato il fallo da giallo a Pjanic. Ma l'arbitro ha fatto finta di nulla andando ad ammonire D'Ambrosio per proteste. «Parlate con i nostri avvocati», hanno detto gli arbitri in questione quando Filippo Roma li ha scovati. E che vuoi parlare. Ma figurati se qualcuno pensa di intervenire e mandare a casa chi non è stato in grado di fare il suo lavoro con il massimo della trasparenza.