Il presidente della Lega Serie Paolo Dal Pino ha parlato a Il Corriere della Sera: "Il momento più delicato? Il primo giorno, dopo l’esito del tampone. Avevo 38 di febbre, la polmonite e mi avevano comunicato che già avevo contagiato mio figlio, il maggiore. In quel momento ho avuto la percezione che avrei trasmesso il virus anche a mia moglie e all’altro figlio, situazione poi avvenuta", dichiara.

AIUTO AL GOVERNO - "Ho scritto al premier Conte usando un tono diretto. Chi banalizza il mondo del pallone non conosce la sua importanza, il calcio è innanzitutto un’industria primaria dell’entertainment, un prodotto che compete a livello globale. Un fenomeno attorno a cui si coagula l’interesse di 30 milioni di persone: il calcio non è solo star, campioni, ingaggi milionari, ma un movimento che coinvolge 300 mila lavoratori complessivi. La demagogia, il populismo e la superficialità di giudizi vanno messi da parte. Nella lettera che ho inviato all’Esecutivo ho ricordato che questa industria registra un fatturato di 4,7 miliardi, di cui 3 prodotti dalla serie A. Versa contributi fiscali di 1,2 miliardi, è la locomotiva di tutto lo sport italiano e ha un ruolo sociale rilevante. Il Governo ha destinato forme di ristoro a settori produttivi: perché non viene considerato il calcio che denuncia perdite per 600 milioni, dopo che per un anno viene impedito l’accesso del pubblico negli stadi?".

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RISCHIO STIPENDI - "Siamo molto vicini al disastro economico-finanziario. Da un lato lavoriamo con la Figc per misure sul ritardo dei pagamenti o l’introduzione di un salary cap. Dall’altro, se non avremo respiro attraverso ristori e dall’entrata in scena dei fondi nella media company della Lega, il rischio che il sistema si fermi è molto alto".

PLAYOFF? - "Parlo tutti i giorni con Gabriele Gravina. Abbiamo più simulazioni sul tavolo: spero che il campionato si possa concludere regolarmente, se invece intervenissero altri fattori e una sospensione del torneo fosse necessaria, l’assemblea si esprimerà sul cambio di format".