Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A, a Radio Uno ha parlato del futuro del campionato: «La Serie A ha bisogno di riforme, c’è una consapevolezza forte da parte di tutti i club. Il nostro sistema ha 5 miliardi di debiti e dallo scoppio della pandemia la Serie A ha perso un miliardo, la sostenibilità del sistema è a rischio e dobbiamo creare un sistema sano. Le società hanno fatto grandi sacrifici e perso molti soldi».

«Trovare un equilibrio che passa attraverso il sacrificio da parte di tutti, anche dei calciatori. Le società hanno chiesto la riduzione dei compensi, è un lavoro che abbiamo cuore, fondamentale per l’equilibrio del sistema. Il tema si pone con urgenza: rilanciare la Serie A e farlo virtuosamente perché la sostenibilità del sistema è a rischio e dobbiamo lavorare per creare un sistema sano».

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«Ci sono diversi interventi su cui stiamo lavorando. Il rapporto con la FIGC è estremamente sinergico, e costruttivo, anche il rapporto personale con Gravina che ringrazio».

«Dobbiamo fare delle cose noi come sistema, dobbiamo definire dei tempi di costi condivisi coi club che progressivamente riporti il sistema in equilibrio, dobbiamo fare dei sacrifici, e contemporaneamente dobbiamo intavolare un lavoro con l’Assocalciatori per trovare una via di uscita: oggi le società hanno fatto grandi sacrifici perdendo molti soldi, dobbiamo trovare un equilibrio che passerà sicuramente anche attraverso un sacrificio dei calciatori. Le nostre società hanno chiesto la riduzione dei compensi ed è un lavoro che pensiamo di fare nelle prossime settimane perché è fondamentale per il riequilibrio del sistema».

«La riduzione della Serie A a 18 squadre è un tema discusso da molto tempo, molto caro a diverse società e anche in FIGC. Tutto questo parte dall’assunto di base che il sistema, così com’è, non sta più in piedi. Dal 2024 avremo una nuova Champions con più date, più partite, e dobbiamo trovare queste date all’interno dei nostri campionati nazionali».

«Abbiamo già modificato il format della Coppa Italia per diminuire gli impegni perché i giocatori non sono macchine, e bisogna costruire qualcosa che sia funzionale rispetto al sistema complessivo. Le nostre società stanno discutendo di questo tema che sarà oggetto delle prossime assemblee e discussioni con la FIGC».