Errore e contro-errore. Due sbagli che condizionano il finale di una gara fortemente episodica, come spesso succede con le partite della Juventus. Juve-Napoli, dopo il gol annullato ingiustamente a Di Maria ha vissuto minuti di tensione e di occasioni. La rete tolta a Vlahovic dopo l'iniziativa di Chiesa, un paio di lampi e poi l'occasione per Cuadrado, che cambia tutto. Perché lì, la Juve perde, in quei 40 secondi abbondanti.

Dribbla Juan Jesus e può presentarsi davanti a Meret ma cade prima di arrivarci. Un leggero tocco, cercato dal colombiano e frutto di un incrocio casuale non falloso, che però simula un contatto più forte di quello subito e resta per terra a protestare. Risultato? Ribaltamento di fronte e gol di Raspadori, che gode di grande libertà e dell'assenza di Juan in difesa. Cuadrado aveva provato a vincerla con quella scorribanda, ma ha rovinato il suo stesso scatto tentando di ottenere un calcio di rigore che in realtà non c'è. Protesta, si ferma e non torna in difesa, ma lascia un buco difficile da recuperare per più di un'azione. E se sulla prima palla in mezzo ci pensa Szczesny a chiudere, la seconda diventa fatale. Spazio libero, spazio vuoto, Cuadrado si perde e la Juve perde. Quaranta secondi di follia, da quel minuto 92.06 in cui Cuadrado cade in area, al minuto 92.46 in cui Raspadori insacca. La Juve degli episodi l'ha persa lì, dove non si aspettava, con un doppio errore di chi oggi paga più degli altri, inevitabilmente.