Dallo 0-3 con il Milan a Coppa Italia e Champions: era una Juve 'morta', ora c'è almeno una base
di
Nicolò Vallone
In un'annata difficile, nella quale ci sono tante potenzialità non del tutto espresse ma le cose non vanno per il verso giusto, capita che per risollevarsi definitivamente e iniziare finalmente a percorrere la strada giusta ci vogliano dei forti scossoni. Dei tonfi che facciano male e che costringano un gruppo a guardarsi dentro e tirar fuori finalmente tutte le qualità rimaste nascoste sotto una coltre di difetti e insicurezze.
TRAUMA - Per la Juventus lo scossone decisivo in questione può esser stata la sconfitta contro il Milan. Quel secco 0-3 incassato all'Allianz Stadium appena quindici giorni fa, che ora sembrano una vita fa. Sì perché quel match, che sembrava buttar fuori definitivamente i bianconeri dalla Champions League, ha segnato invece un punto di rinascita. Da lì, la Juve ha inanellato quattro vittorie: tre in campionato, grazie alle quali si è guadagnata l'agognato 4° posto per la Champions, e la finale di Coppa Italia.
CLIMAX - Un crescendo di prestazioni: il 3-1 al Sassuolo, il 3-2 all'Inter, il 2-1 all'Atalanta e il 4-1 al Bologna. Tutte accomunate da una graduale presa di coscienza di cosa debba essere una grande squadra. Un giusto mix (meglio tardi che mai!) di proposta di gioco secondo i princìpi dell'allenatore e solidità da grande squadra.
TURNING POINT - Quello che poteva essere un colpo micidiale al morale, lo 0-3 col Milan, anziché diventare punto di non ritorno negativo è diventato quindi punto di reset per cominciare finalmente a essere la vera Juve. Qualcosa del genere solamente quando in una squadra ci sono le giuste qualità e mentalità. L'organico è entrato finalmente in simbiosi con mister Pirlo. Che ora può seriamente sperare in una riconferma nonostante il valzer di voci costante attorno al futuro della sua panchina.
ISPIRAZIONE - Dispiace quasi che la stagione debba terminare proprio ora. Ma questi mesi dovranno portare ottimo consiglio in sede dirigenziale e di mercato. Perché davvero questo mese di maggio catartico, passato in quindici giorni dalle stalle del ko coi rossoneri alle stelle di un trofeo alzato al cielo di Reggio Emilia e dell'inno della Champions League che continuerà a risuonare, possa rappresentare la solida base per completare il rinnovamento della rosa, e cominciare la prossima stagione col giusto abbrivio.