Il calcio di oggi è governato da logiche sue, ben diverse da quelle dell'amore o dei sentimenti, ma l'aspetto emotivo e passionale non può non essere tenuto in considerazione. Per un tifoso, la propria squadra è come una religione, una famiglia. Un ideale per cui battersi e lottare: chi indossa una maglia combatte per esso. Non dare il massimo, o voltargli le spalle equivale a un tradimento. Soprattutto se le motivazioni sono tutt'altro che nobili, o le modalità non in linea con quello che dovrebbe essere il comportamento di un uomo che fa una promessa a un popolo. 

Chiaramente il calcio di oggi è diverso da quello di qualche anno fa. Un tempo i soldi facevano meno la differenza, influenzavano meno le scelte. E i giocatori si innamoravano di più delle maglie e delle città, dei colori e delle emozioni. Ora è indiscutibilmente tutto cambiato. E da Dani Alves, a Ibra, che forse è l'esempio perfetto dell'addio che ferisce e fa sentire i tifosi traditi, la storia recente della Juve è ricca di addii  che hanno lasciato l'amaro in bocca. Abbiamo selezionato i dieci più dolorosi. Dani è in buona compagnia, soprattutto considerando il periodo immediatamente successivo a Calciopoli
@Edosiddi