INIZIARE DA UN LIBRO - "E' stato il mio primo libro in italiano, è la storia di un ex Navy. Racconta storie di resilienza, forza mentale. Mi è servito per la forza mentale".
DA DOVE ARRIVA - "Sono andato per la prima volta in spiaggia a 17 anni. Vengo da Bicas, una città in cui c'è una piazza e una chiesa e tutti si conoscono. Quando una persona muore c'è una macchina per strada e dice: 'Oggi è morto lui, figlio di tizio'. Un posto molto piccolo. Torno sempre".
BRASILIANO ROCCIOSO - "Sono stato quel terzino lì, brasiliano, spingere sempre con skills. Ma la vita cambia, devi adattarti ai cambiamenti".
COME FERMERESTI I SUPER BRASILIANI? - "Il primo? Forte. Imparabile. Lo volevo sulla mia squadra, lo voleva la mia società; il secondo? Ho avuto la fortuna di giocare con lui un paio di partite in Nazionale, ogni 10 palle e 8 va via. Come lo vedevamo? Dal Brasile a Londra, con Neymar e Ganso. Arriviamo lì e diciamo che siamo della nazionale. Ci hanno rilasciato dopo un'ora. Dritti all'allenamento. Io su un minivan, lui in ciabatte... hanno un'aurea diversa, qualcosa attorno che faceva impazzire i tifosi. L'ultimo? Gli direi di ricordare quand'eravamo giovani. E' Neymar: siamo cresciuti insieme".
GIROVAGARE - "Quando ho iniziato a giocare pensavo che avrei trascorso tanto tempo in una sola squadra, invece questo lungo viaggio mi è servito tanto, mi ha migliorato e mi ha fatto arrivare alla Juventus nel momento giusto".
CARNEVALE DI RIO - "Non sono mai stato lì perché comunque ho lasciato il Brasile molto presto per andare in Portogallo, a 19 anni. Il carnevale si vive in maniera diversa nelle città piccole: in quei cinque giorni di festa vedi la gente in maniera totalmente diversa rispetto al quotidiano. Si va in strada con canzoni a ballare, travestendosi".
GUARDIOLA - "I giocatori che hanno la fortuna di lavorare con Guardiola, se sono intelligenti e ne approfittano, è come se facessero un corso d'allenatore".
CROCE TATUATA - "Ogni volta che vado a letto, faccio le mie preghiere, prima delle partite e dopo, al mattino quando mi alzo. E' una maniera di ringraziare Dio per quanto vivo. Siamo fortunati ad avere la vita che abbiamo. Ci sono tante diseguaglianze tra ricchi e chi ha meno, sono tante".
SCRIVI? - "In Brasile, due settimana fa, si è ucciso un ragazzo congolese. Una brutalità incredibile. Mi fanno qualcosa. Lo sento di più. Devo scrivere qualcosa".
SE VINCI LA CHAMPIONS - "Poi scrivo? Sì, sarebbe un contesto molto diverso rispetto alle altre due volte. Un contesto completamente diverso".