ZIDANE E GUARDIOLA - "Erano totalmente diversi nel modo in cui lavoravano, ma sono state entrambe esperienze estremamente positive per la mia crescita. Zidane è molto calmo, genuino, carismatico. Ottiene il meglio dai giocatori facendoli sentire a proprio agio. È stato davvero bello lavorare con lui ed è stato un periodo di grande successo per il Real Madrid. Ho sviluppato un ottimo rapporto con lui. E Guardiola è esattamente l'opposto. È molto intenso e ottiene il meglio dai suoi giocatori attraverso questa intensità. Ho passato due anni con lui, è stato anche un periodo di successo dal punto di vista dei risultati, e mi ha aiutato con questa intensità, a dare il massimo in ogni minuto di partita. È così che lavora".
IL PRIMO ANNO ALLA JUVE - "Lo considero un buon anno. È stato un anno di adattamento. Ho lasciato la Premier League, che è totalmente diversa dal campionato italiano tatticamente, fisicamente. Ho cercato di adattarmi il più rapidamente possibile. Ho giocato tante partite, siamo riusciti a vincere lo scudetto, ma è chiaro che alla Juventus l'obiettivo è vincere la Champions League e non ci siamo riusciti. Spero che il mio secondo anno possa essere migliore e di evitare infortuni".
PIRLO ALLENATORE - "È davvero rilassato. Capisce davvero la mentalità dei giocatori in campo visto che ha smesso di giocare solo di recente. Conosce la Juventus alla perfezione. Sa come trasmettere il suo messaggio, parlare ai giocatori uno contro uno, per ottenere il meglio da loro. E ha applicato alcune idee tattiche davvero buone ed è molto chiaro su come vuole che giochi la squadra, cosa che mi piace molto. I primi giorni con Andrea sono stati davvero positivi".
ITALIA, SPAGNA, INGHILTERRA - "È molto difficile da dire. Sono campionati completamente diversi. In termini di qualità, la Spagna. Indipendentemente dal fatto che sia una squadra grande o piccola, cercano sempre di attaccare, sfruttare le debolezze degli avversari, vincere e giocare a calcio. In Inghilterra è davvero fisico, passionale, intenso. L'azione non si ferma. È uno stile di calcio che ho davvero amato. E in Italia è molto tattico, un po 'più intelligente, ponderato. È difficile [per gli attaccanti] trovare spazio. Ognuno è amato per le sue caratteristiche".