SENZA SQUADRA - “Una cosa che nel calcio può capitare: non trovi l’accordo con la società, il tempo passa e la situazione non si risolve. Alla fine, rimani senza una soluzione, fuori da un progetto, spalle al muro. A quel punto, ho fatto una scelta, ho pensato a quello che potesse essere meglio per me in quel momento.”
FUORI ROSA – “Potevo allenarmi da solo, ma sarebbe stato ancora meno bello, ho preferito aggregarmi ogni giorno alla Primavera, ringrazio Fabio Grosso e il suo staff per avermelo concesso. Ho giocato qualche amichevole con loro, ma stare a Vinovo – che considero casa mia – mi ha permesso di faticare e di adattarmi allo storico dei miei test fisici. Nonostante tutto, sono ancora in forma, anche se è stato un anno difficilissimo. Senza il campo, senza la possibilità di giocarsi il posto, è un incubo che non auguro a nessuno. Prima squadra? Non avrebbe avuto molto senso: non puoi stare stabilmente in un gruppo di cui non fai parte. E in cui non sei voluto."
MARSIGLIA – “Potevo fare meglio? Certo, si può sempre fare qualcosa in più: allenarsi meglio, giocare meglio. Ma vi racconto come è andata davvero a Marsiglia: fino a gennaio ho giocato, prestazioni discrete in una squadra che non andava bene. A gennaio mi era stata garantita la cessione in Liga e, invece, mi hanno tenuto là. Come reazione, non mi hanno fatto più giocare: si valuti bene prima di parlare di disastro. Non ho rancore. Anzi, lasciando il club dopo una vita, mi si stacca un pezzo di cuore. E per me la Juve non è questa cosa conosciuta nell’ultimo anno, ma quella dei 21 precedenti».
MARCHISIO E GIOVINCO - “Perché il calcio e la vita vanno così, non sempre come vogliamo. Ma non ho rimpianti o invidie. Anzi, resta l’onore di aver giocato con Claudio e Giovinco. È un caso più unico che raro: tre di una stessa Primavera hanno fatto poi più di 100 presenze col club. Anche questo me lo porto dentro. Giocherò, che è quello che più manca. Una sensazione che ho desiderato per un anno intero. Dove? Ascolto tutte le proposte, non ho preclusioni."