ALLENAMENTI POST COVID - “Adesso va meglio. All’inizio potevamo allenarci solo in piccoli gruppi e non potevamo toccarci ed era più difficile e brutto. E’ stato bello tornare a lavorare normalmente, poter giocare con gli altri ragazzi, trovarci tutti insieme sul campo”.
L’IMPATTO COL MONDO JUVE - “Il primo sentimento è stata la felicità: mi ha comprato la Juve, uno dei più grandi club al mondo. Appena arrivato sono partito per l’Asia, e mi sono reso conto di quanto grande sia questo club, trovavo tifosi in qualsiasi parte del mondo, la fama della Juventus è immensa. Tutto diverso rispetto alla vita all’Ajax. La prima differenza che mi ha colpito è la dimensione internazionale del club. Poi c’è stata l’accoglienza dei compagni, un gruppo eccezionale. Sono stati subito carini e disponibili, tutti, nessuno escluso. Mi hanno fatto sentire parte di una famiglia”.
RIMPIANGE LA SCELTA? - “La mia filosofia di vita mi spinge a non rimpiangere mai nulla. Cerco di fare le scelte con grande concentrazione e attenzione, così che non debba mai rimpiangerle”.
IL COMPAGNO CHE L’HA IMPRESSIONATA DI PIU’ - “Ovviamente c’è Ronaldo, ma non lo nomino, perché tanto tutti sanno chi è e cosa sa fare Cristiano. Allora dico che ce ne sono altri che mi hanno colpito: uno è Dybala, che ha una tecnica sbalorditiva. L’altro, e forse. A qualcuno potrebbe suonare strano, è Rodrigo Bentancur, giocatore dalle qualità tecniche davvero sorprendenti. Ha un grande futuro davanti”.
SU SARRI - “Un tattico, molto attento a quell’aspetto e con un’idea di calcio estremamente precisa. Vuole costruire dal basso, più o meno come ero abituato all’Ajax. Si può dire che è molto “olandese”, anche se rimane forte la sua italianità. Si potrebbe dire che lui è la via italiana al calcio totale degli olandesi”.
SU RONALDO - "E' un professionista stupefacente. Il migliore della sua generazione, uno dei migliori giocatori di sempre. E' un enorme esempio per i giovani come me, non che in questa Juventus manchino esempi, ma lui è davvero particolare. Provo sempre a migliorare il mio modo di giocare guardandolo, anche negli allenamenti è pazzesca l'intensità che ci mette e ti chiedi se ha davvero 35 anni. Esigente? Certo che lo è. Vuole vincere sempre e per vincere devi avere ottimi compagni. E noi vogliamo dimostrargli che siamo all'altezza, quindi sì, è esigente, ma forse sarebbe meglio dire stimolante".
SULLA RIMONTA COL LIONE - "Anche l’anno scorso con l’Ajax perdevamo spesso la prima partita e ribaltavamo tutto nel ritorno. Dovremo giocare al meglio, ma non è il momento di pensarci”.