L'Assocalciatori ha chiesto al governo di cancellare il Decreto Crescita, grazie a cui negli ultimi anni la Serie A è riuscita ad attirare, tra gli altri, Zlatan Ibrahimovic, Romelu Lukaku, Matthjis de Ligt e Cristiano Ronaldo. Il decreto fiscale, infatti, consente alle società di pagare molte meno tasse sul lordo degli stipendi, con un conseguente aumento dell'ingaggio netto: è così che allenatori e calciatori stranieri, o anche italiani rientrati dall'estero (vedi Antonio Conte), hanno preferito il campionato italiano rispetto ad altri tornei.

I VANTAGGI FISCALI DEL DECRETO CRESCITA - Gli unici due requisiti per accedere ai benefici del Decreto Crescita, infatti, prevedono che il professionista ingaggiato abbia risieduto fuori dall'Italia nei due anni precedenti e che resti nel nuovo club almeno altri due. Altrimenti, niente maxi sconto fiscale, niente tassazione sul lordo dimezzata.

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AIC CONTRO IL DECRETO - Il Decreto Crescita è stato pubblicato nell'aprile 2019, ma secondo quanto riportato da Tuttosport potrebbe sparire dal prossimo anno. A battere i pugni è stata l'Assocalciatori, che ha chiesto al governo di rimuoverlo: i vantaggi fiscali, infatti, hanno spinto diversi club a riempire le squadre Primavera di giovani stranieri, penalizzando i calciatori italiani e, a lungo andare, anche le Nazionali. L’agevolazione potrebbe quindi decadere già dalla prossima finestra di mercato, quella invernale, da gennaio 2022

COSA PENSANO I PROCURATORI - Da una parte le società, restie a salutare il Decreto Crescita, dall'altro il sindacato dei calciatori. In mezzo, l'universo dei procuratori. Uno dei più noti, Tullio Tinti, alcuni mesi fa aveva dichiarato all'Adnkronos che l'ultimo mercato estivo era stato "sicuramente condizionato dal Decreto Crescita, che ha inciso pesantemente in entrata perché il 60% dei giocatori arrivati è straniero. Tutti i club li stanno comprando e i nostri giocatori devono o scendere di categoria o smettere di giocare. Credo sia una vergogna che tutti fanno finta di non vedere".

COSA CAMBIA PER DE LIGT E GLI ALTRI - Ma cosa succederà agli stipendi dei giocatori arrivati col Decreto Crescita una volta che questo decadrà? Sostanzialmente nulla, perché secondo Tuttosport "il regime di tassazione sul lavoro dei tesserati continuerà a essere applicato ai contratti in essere: la Juventus, per esempio, continuerà a pagare il 25% in meno sull'ingaggio lordo di De Ligt".