LA SCELTA - "Avevo diverse offerte e sì, potevo anche andare all’estero. Ma alla fine… Perché l'Atalanta? Per lavorare con Gian Piero Gasperini. Prima di accettare l’offerta nerazzurra, ho parlato con l’allenatore e capito che per me poteva essere una grande opportunità. Ammetto che all’inizio è stata dura. Devi entrare nei meccanismi, cambiare mentalità, guardare sempre in avanti e prepararti a correre all’indietro. E soprattutto abituarti agli allenamenti intensi di Gasperini. Senza quelli fai fatica con questo gioco. Però credo sia il più adatto alle mie caratteristiche: mi piace cercare l’anticipo sull’attaccante, sfidarlo in continui duelli. E la parte divertente è che puoi sganciarti anche in avanti".
LO SCUDETTO ALLA JUVE - "Sono due squadre differenti, sia sul piano tattico che di preparazione: allenamenti intensi come qui a Zingonia non li avevo mai fatti prima. Ma se parliamo di qualità, siamo su livelli simili".
TURCHIA-PORTOGALLO - "Ancora Ronaldo? Lo so bene. La mia Turchia può giocarsela, anche se il Portogallo è una delle nazionali più forti al mondo. E se passassimo, poi forse ci toccherebbe l’Italia. Occhio, non siamo più quelli dell’Europeo... A giugno non eravamo ancora pronti. Ci mancava esperienza e l’Italia era davvero forte. Dovessimo ritrovarci in primavera, sarebbe un’altra partita".