TUTTO STORTO - Operazione più che fattibile, se si considera che dopo soli 2 minuti il parziale diceva 0-1 per quelli in trasferta (per l’occasione vestiti d’oro come la terza divisa ufficiale prevedeva): Trezeguet aveva portato in vantaggio i suoi e aveva messo in discesa la partita. Discesa che si trasformò gradualmente in salita, perdendo i pezzi del vantaggio acquisito uno dopo l’altro: il pareggio di Zamora, l’espulsione di Cannavaro, i due gol in sequenza di Gera e il sigillo finale di Dempsey. C’è tempo per un’altra espulsione, quella di Zebina, che proprio sette giorni prima aveva trovato il suo primo gol coi bianconeri nella sfida d’andata: la perfetta metafora del doppio confronto, dal Paradiso all’Inferno in pochi semplici passi.
Dieci anni fa Fulham-Juve 4-1, lo psicodramma bianconero che cambiò la storia e portò a un'era di trionfi
Sono passati dieci anni esatti dalla 'Caporetto' più dolorosa della storia recente della Juventus. Era il 18 marzo 2010 quando gli uomini di Zaccheroni (subentrato da pochi mesi a Ciro Ferrara) andavano nel cuore di Londra, a Craven Cottage, per suggellare una qualificazione ai quarti di Europa League, ormai ipotecata all’andata con il 3-1 rifilato al 'modesto' Fulham di Roy Hodgson.
TUTTO STORTO - Operazione più che fattibile, se si considera che dopo soli 2 minuti il parziale diceva 0-1 per quelli in trasferta (per l’occasione vestiti d’oro come la terza divisa ufficiale prevedeva): Trezeguet aveva portato in vantaggio i suoi e aveva messo in discesa la partita. Discesa che si trasformò gradualmente in salita, perdendo i pezzi del vantaggio acquisito uno dopo l’altro: il pareggio di Zamora, l’espulsione di Cannavaro, i due gol in sequenza di Gera e il sigillo finale di Dempsey. C’è tempo per un’altra espulsione, quella di Zebina, che proprio sette giorni prima aveva trovato il suo primo gol coi bianconeri nella sfida d’andata: la perfetta metafora del doppio confronto, dal Paradiso all’Inferno in pochi semplici passi.
SLIDING DOORS - Una stagione fallimentare, quella del 2009-2010, sotto tutti i punti di vista: conclusa al settimo posto e condita da avvicendamenti in panchina (da Ferrara a Zaccheroni) e in dirigenza (Cobolli Gigli abbandonò ad ottobre 2009 il ruolo di presidente, ereditato poi da Jean-Claude Blanc). La sconfitta col Fulham fu la ciliegina su una torta andata a male da tempo e, esattamente due mesi dopo quella debacle, la Juventus decise di prendere il treno giusto: 19 maggio 2010, il consiglio di amministrazione elesse Andrea Agnelli come nuovo presidente dei bianconeri. Ne seguì l’ingaggio dell’allora direttore generale della Sampdoria, tale Giuseppe Marotta, e il resto della storia...lo conosciamo tutti.
TUTTO STORTO - Operazione più che fattibile, se si considera che dopo soli 2 minuti il parziale diceva 0-1 per quelli in trasferta (per l’occasione vestiti d’oro come la terza divisa ufficiale prevedeva): Trezeguet aveva portato in vantaggio i suoi e aveva messo in discesa la partita. Discesa che si trasformò gradualmente in salita, perdendo i pezzi del vantaggio acquisito uno dopo l’altro: il pareggio di Zamora, l’espulsione di Cannavaro, i due gol in sequenza di Gera e il sigillo finale di Dempsey. C’è tempo per un’altra espulsione, quella di Zebina, che proprio sette giorni prima aveva trovato il suo primo gol coi bianconeri nella sfida d’andata: la perfetta metafora del doppio confronto, dal Paradiso all’Inferno in pochi semplici passi.
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