Risalgo con la mente fino alle nebbie del tempo che avvolgono le primavere dei pionieri, tra corso Re Umberto e l'officina del padre dei fratelli Canfari, per incrociare un commerciante di filati inglese, tal John Savage, football-player della Torinese F.C., confluito nel nuovo club di ragazzi liceali. Chi meglio di un commerciante di tessuti avrebbe potuto trovare in patria un cambio di maglie per sostituire quelle rosa ormai ridotte a brandelli? Dell'equivoco che fece arrivare le divise del Notts County anziché le rosse fiammanti del Nottingham Forest, siamo tutti al corrente. Così, da quel “gioco” di maglie a falde bianconere, fino all'inno odierno, l'unica costante mai messa in discussione è la loro presenza. Per parafrasare uno slogan pubblicitario, dove c'è striscia, c'è Juventus.
Nell' irrequieto rincorrersi di soluzioni per la misura delle righe juventine, iniziato casualmente (non ci credo per nulla!) dal 2010 ad oggi, siamo giunti a 3 strisce nere larghe a dismisura, 2 di fronte ed 1 a retro, nel mare bianco. Ora si pensa di procedere ad un'operazione degna di Silvan: farle sparire. Fuori dai denti: una casacca metà bianca e metà nera, con le maniche invertite. Orrore, direbbe Tortora. Io che non sono così autorevole affermo: sacrilegio! L'emblema della Juventus viene cancellato come gesso sulla lavagna, in ossequio a futuri benefici commerciali che sono tutti da dimostrare. Magari fa più il nome del disegno, la butto lì. Con scritto Ronaldo la vendita è sicura, anche con la maglia di Magrin; la vedo molto dura superare le 3 unità vendute, se sulla prossima casacca compare il nome di... Grygera. Non è forse questo il concetto di “valore aggiunto”?
Ma che cosa sanno di Juve i contadini della Louisiana o i boscaioli dell'Idaho? Nel Nebraska hanno contezza, così come nel Tennessee? E per ipotetici compratori che vivono di “quarter backs” e di mazze e basi, in uno sport di una noia mortale, a Torino e dintorni si dovrebbe rinunciare alla storia ed alla tradizione? E' un film già visto, purtroppo. Un film che ha portato, i nostri giovani a consumare paninazzi inverecondi, nella freddezza di un fast food, invece di crogiolarsi al calore di casa con una bella porzione di lasagne sotto il naso. Ma così siamo moderni e McDonald ride a quattro ganasce.