Il gioco delle parti. Ma soprattutto quello di Paulo Dybala, bravo con le parole tanto quanto con il pallone. Ecco, mettiamola così, come avesse fatto un dribbling secco alla Juve: l'intervista concessa alla CNN - che potete leggere qui in versione integrale - è un doppio passo secco e deciso, volto a ribadire un concetto sacrosanto. Dall'alto di quanto prodotto in questa stagione, l'argentino ha preso palla e pallino della situazione. Raccontando la voglia di restare, allo stesso tempo spiegando il giusto prezzo di ogni storia d'amore. 

QUESTIONE RINNOVO - Riprendiamo il passaggio sul rinnovo, ben più importante delle frasi di circostanza sul Barcellona. Dice Paulo: "Ho ancora un anno e mezzo di contratto, che non è molto, e capisco che con tutto quello che è successo (coronavirus, ndr) non è facile per il club, ma altri giocatori hanno anche rinnovato. Quindi aspettiamo". Soffermiamoci sugli 'altri giocatori', quindi facciamo i nomi. Nelle ultime settimane, il lavoro sui prolungamenti non si è fermato: pian piano, la Juve ha definito le trattative interne ormai concluse. Per primo Bonucci, poi Szczesny: per ingaggio, ora entrambi pari al dieci juventino. Altro segnale: a chi mancava solo la firma, la questione s'è risolta rapidamente. Evidentemente, con Dybala non erano così vicini come si pensava. E raccontava. 

Dybala spaventa la Juve: 'Altri hanno rinnovato, io ancora no. Al Barcellona? Sarebbe bello'
IL NODO - Chiariamo subito: le parti non si sono magicamente allontanate. A unirle, un filo per nulla sottile di volontà dichiarate: entrambi vogliono proseguire il proprio rapporto, il calciatore non ha neanche preso in considerazione le proposte e gli ammiccamenti arrivati dall'estero, in estate pure dall'Inter. Resiste un nodo, non esattamente facile da sciogliere poiché intrecciato dalla distanza tra domanda e offerta. Dybala vuole un accordo non inferiore ai 10 milioni stagionali, la Juve - complice la situazione generale di crisi - valuta attentamente e non ha intenzione di gettarsi a capofitto tra le braccia del suo talento. Sensazioni? Il rapporto alla base è di rispetto, fiducia e soprattutto affetto. Non si andrà al braccio di ferro, ma la 'dichiarazione d'intenti' dell'attaccante non promette rose e fiori. E' il gioco delle parti, dicevamo. Paulo s'è lanciato in contropiede, pronto a far valere - e pesare - il suo talento.