PALERMO - All'inizio non è stato facile imparare una nuova lingua, andare lontano da casa, dalla mia famiglia, dagli amici... avevo giocato solo un anno in Argentina. Sapevo che sarebbe stato diverso, ma era sempre stato il mio sogno, giocare in Italia, in Serie A, un bellissimo campionato. Per me era una nuova avventura. Ho conosciuto bella gente, mi trattavano molto bene. E' una bella città, con spiagge e bei paesaggi, e si mangia benissimo. Il primo anno è stato complicato: giocavo poco e ho segnato solo tre gol, e siamo finiti in Serie B. Il secondo anno le cose hanno cominciato a migliorare, siamo riusciti a tornare in Serie A. E l'ultimo anno è stato quello in cui mi sono fatto un nome come giocatore e così sono entrato in una squadra importante come la Juventus.
JUVE - Mi hanno trattato molto bene fin dal primo giorno. Mi hanno accolto come se fossi da anni lì con loro: sono venuti tutti a salutarmi e a parlare con me. Così ho capito com'era la vita in questa squadra. Ora che sono passati quattro anni posso dire che è la mia famiglia. Fin da quando sono arrivato è stato chiaro che una squadra come la Juve aspira a vincere tutti i titoli per cui gioca. Ovviamente, quest'anno, con i nuovi acquisti, le aspettative sono molto alte, specialmente dopo i titoli vinti gli anni precedenti. Siamo arrivati in finale di Champions, ma non abbiamo vinto come tutti avrebbero voluto. Questo potrebbe essere un anno importante, la stagione è iniziata bene, la squadra ha fatto un sacco di punti e ha un buon vantaggio. Siamo consapevoli di potercela fare, ma dobbiamo avere pazienza. C'è ancora molta strada da fare, il campionato è molto lungo, non possiamo mettere i carri davanti ai buoi".